Quanto al lavoro di comparazione fra il trattamento economico dei parlamentari italiani e quello dei parlamentari di altri paesi europei, non è affatto vero, come da titoli di alcuni articoli, che l’Italia sia “in testa”.
Innanzitutto per un motivo di metodo, e ci limitiamo a citare lo stesso Rapporto della Commissione di studio istituita dal Governo e presieduta dal prof. Enrico Giovannini, presentato a fine dicembre 2011:
“Nonostante l’intenso lavoro svolto nei mesi scorsi i vincoli posti dalla legge, l’eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi”, ritenendo dunque “impossibile confrontare in maniera attendibile gli stipendi dei nostri onorevoli con quelli dei colleghi dei paesi stranieri più rappresentativi”.
Un primo esempio di tali limiti è rappresentato dal raffronto fra importi lordi, che risentono di regimi fiscali e previdenziali non sempre pienamente confrontabili.
Prendendo ad esempio i dati riportati sul sito del Parlamento europeo, l’incidenza delle ritenute sul lordo di 8.213,02 è tale da determinare una retribuzione netta pari a 6.400,04 euro, dunque una cifra più alta dell’indennità netta percepita dai deputati italiani (al netto dei rimborsi spese per indennità generali, giornaliere e per spese di viaggio).
Lo stesso vale per molti dei paesi europei citati. Da una comparazione che tenga conto dei differenti regimi fiscali, l’ammontare netto dell’indennità erogata ai parlamentari italiani risulta in diversi casi inferiore a quello dei loro colleghi.
C’è infine una precisazione importante per quanto riguarda i collaboratori dei parlamentari. Questo servizio in Italia contribuisce a determinare l’importo del trattamento economico complessivo dei parlamentari. In altri Paesi della Ue ricade in altri capitoli di spesa dei rispettivi Parlamenti, per cifre che sono in linea e spesso superiori a quelle erogate dalla Camera e dal Senato.
Per fare solo due esempi, lo stesso documento finale della Commissione Giovannini cita i 14.712 euro mensili e i 9.138 euro mensili erogati direttamente per i collaboratori parlamentari rispettivamente dal Bundestag tedesco e dall’Assemblea nazionale francese, a fronte dei 3.690 euro lordi mensili messi a disposizione dei deputati italiani.
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