Il sacrificio del magistrato, ucciso con la moglie e gli uomini della scorta, ha ricordato il presidente della Repubblica Mattarella, “è divenuto motore di una riscossa di civiltà, che ha dato forza allo Stato nell’azione di contrasto e ha reso ancor più esigente il dovere dei cittadini di fare la propria parte per prosciugare i bacini in cui vivono le mafie”. Per il guardasigilli Bonafede “Lo Stato ha la sua credibilità quando riesce a fornire la verità ai cittadini”.
“La lotta alla mafia è una battaglia di libertà contro chi vuole confondere la verità con la menzogna, contro la politica deviata, contro l’opacità. La lotta alla mafia è una battaglia per le persone. La lotta alla mafia è una battaglia anche contro la paura”, ha detto ancora Conte all’aula bunker di Palermo.
“Il mio Governo è impegnato a combattere la mafia in primo luogo sostenendo le forze dell’ordine, organi requirenti e giudicanti nel loro impegno quotidiano Ma occorre anche creare le condizioni affinché non ci sia più bisogno della mafia: – ha aggiunto il premier – laddove manca il lavoro, ci sia una rete adeguata che aiuti in questa ricerca e ci sia comunque un reddito per chi l’ha perduto e non ha altre fonti di sostentamento; ci sia una casa per chi l’ha persa; sia sempre garantito il diritto all’istruzione, non manchi mai l’assistenza sanitaria per tutti, anche nei luoghi in cui la politica e l’amministrazione hanno deciso di barattarla con il profitto personale”.
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