“La modalità abnorme di quegli eventi – aggiunge – pone l’opinione pubblica di fronte alle sue responsabilità. Da allora nessuna esitazione, nessun indugio è stato più possibile. Non che gli attentati a Falcone e Borsellino non fossero stati preceduti da una lunghissima serie di atti sanguinosi. Ma Capaci e via D’Amelio sono il momento in cui cambia una volta per tutte la percezione del fenomeno mafioso. È la conferma che qualcuno ha dichiarato guerra allo Stato, alla democrazia, alla società civile. Dopo trent’anni sarebbe inopportuno cantare vittoria ma una cosa è certa: la stragrande maggioranza sana del Paese sa da che parte stare”.
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