E ancora: “Condizionare il godimento della detrazione all’avanzamento lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo per i condomini entro il 30 giugno 2022 mentre le unifamiliari e con accesso autonomo dovranno terminare i fine lavori a quella data avrà due sicuri effetti negativi: raffreddare la domanda per i lavori di riqualificazione energetica degli immobili e generare un costoso e inutile contenzioso. Con quale precisione si potrà stabilire la percentuale dei lavori effettuati? Se si arriva al 58 o al 59% per cause non dipendenti dall’affidatario lavori perché viene meno l’intera detrazione? Sarebbe stato più semplice individuare un termine per l’inizio lavori, invece di nuove complicazioni”.
Cna aveva sollecitato l’estensione della proroga almeno a tutto il 2023 e l’ampliamento agli immobili strumentali: “Il Superbonus 110% rappresenta un importante volano per la ripresa economica considerando che la filiera delle costruzioni assicura un rilevante effetto moltiplicatore sulla crescita. Inoltre l’incentivo rappresenta l’unico strumento efficace per consentire all’Italia di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni definiti la scorsa settimana in ambito europeo”.
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