In attesa di conoscere la proposta nei dettagli, la Confederazione rileva che le imprese dovrebbero attivare nuovi finanziamenti (sempre a discrezione dell’istituto di credito) con relativi costi e con l’effetto di appesantire gli indici di affidabilità creditizia. Servirebbe una sorta di bilanciamento automatico a costo zero tra utilizzo del credito fiscale e oneri del prestito bancario.
Il blocco della cessione dei crediti evidenzia i rischi per le piccole imprese, evidenziati a suo tempo da CNA, prodotti dallo sconto in fattura. Un meccanismo che è diventata la conditio sine qua non per restare sul mercato dei lavori incentivati, obbligando le imprese della filiera delle costruzioni ad anticipare per conto dello Stato risorse a beneficio dei clienti che poi dovrebbero recuperare in 5-10 anni, magari senza avere la necessaria capienza fiscale.
La nostra recente indagine mostra che quasi 50mila imprese non riescono a smobilizzare i crediti accumulati che per il 75% hanno una giacenza superiore a 5 mesi con inevitabili tensioni sulla liquidità mettendone a rischio la sopravvivenza. E si tratta di micro e piccole imprese.
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