“La canzone è un invito a cogliere e godere dell’autenticità delle piccole cose, quelle sensazioni genuine che abbiamo da bambini e che dimentichiamo negli anni, distratti da uno spasmodico inseguimento di ideale di perfezione”
Dal 20 maggio 2022 è disponibile in rotazione radiofonica “Tanto c’è sempre tempo” (Grey Light), il nuovo singolo di Michele Gatto, già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 13 maggio. Il brano “Tanto c’è sempre tempo” è un invito a non rimandare niente a domani, soprattutto i sogni, quelli che pesano tanto dentro i cassetti del cuore. Il tempo scorre così velocemente che spesso “rimandare” si trasforma in “rinunciare”. È un invito a non “fare per compiacere” ma “fare per stare bene”, per potersi guardare allo specchio e riconoscere la persona che sentiamo di essere dentro di noi.
Michele Gatto ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Tanto c’è sempre tempo” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
“Tanto c’è sempre tempo” è una riflessione che ho fatto quando stavo per compiere 30 anni, pensando agli anni passati a rimandare cose perché “tanto c’è sempre tempo”. Ma c’è davvero così tanto tempo? Forse no. É, quindi, un invito ad affrettarsi a fare ciò che si vuole davvero, essere se stessi per poter stare bene.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Il mood del brano è molto leggero, vuole portare a chi lo ascolta una sensazione di leggerezza, propria di chi sta bene con sé stesso ed è soddisfatto della propria vita, consapevole di aver fatto “oggi” tutto quello che ha sempre sognato di fare ma che prima aveva rimandato a “domani”.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Vorrei che questo brano incontrasse tutte quelle persone che come me vivono la vita “rimandando a domani”, che dopo l’ascolto possano convincersi che si, forse “oggi” è il momento giusto, “oggi è arrivato il tempo di domani”!
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Ho sempre vissuto la musica come una cosa naturale. Ho iniziato a cantare per gioco alla recita di fine anno della terza elementare e da quel momento non ho mai smesso. Con il tempo ho iniziato a vivere la musica come una cosa seria, studiando e perfezionandomi, ma cerco sempre di non perdere mai quella “naturalezza da bambino di 8 anni inconsapevole”, che credo che sia quello che mi permette di essere vero, sincero e trasparente nel comunicare le mie canzoni.