Musica

I Tazenda presentano “S’Istoria”: trent’anni di carriera del gruppo rock-etnico

Tazenda: “In questi cinquantadue brani sono racchiusi i segreti alchemici che hanno dato un senso profondo alla nostra vita e non solo a quella artistica”

“S’Istoria”, il primo cofanetto antologico dei Tazenda, che Sony Music ha pubblicato il 14 ottobre 2016, è la prima raccolta ufficiale del loro repertorio (52 brani in 3 CD) contenente anche un brano inedito: “Sa Oghe”, dedicato ad Andrea Parodi.

Nel cofanetto, ci sono i primi tre album della band (Tazenda, Murales e Limba), richiestissimi e mai ristampati, qui per intero, e tutti i brani più significativi del loro repertorio (comprese le tante collaborazioni con alcuni dei più importanti artisti italiani).

“Il sound che ci è letteralmente piovuto dal cielo nel 1987affermano i Tazendaè stato la vera manna per noi. Da quel momento abbiamo avuto sempre la sensazione che sapevamo cosa fare e come vestire la nostra musica. I suoni della Sardegna arcaica e misteriosa in osmosi con l’elettronica ed il nostro prog-rock degli esordi ci hanno conferito quella peculiarità tanto agognata dagli artisti in genere. Ancora oggi sentiamo dire, non solo nella nostra terra, ma anche al di fuori, che esiste un Tazenda sound”.

“Ci piace e ci rende felici il fatto di autocelebrarci, avendo la fortuna di poter pensare che forse non abbiamo fatto ancora niente. Ma intanto questo “niente” è qui, dentro questo cofanetto, che ruggiscedichiara il gruppoe implora di essere ascoltato, cantato e amato. Così come noi abbiamo amato e amiamo la nostra musica e la nostra terra”.

S’Istoria contiene canzoni immortali partendo dal loro brano forse più noto, quello che ha determinato la nascita di un format canzone (in sardo ed italiano), “Spunta la luna dal monte” (del 1991 con Andrea Parodi alla voce insieme a Pierangelo Bertoli), fino al capolavoro della rinascita “Domo mia” (del 2007 con Beppe Dettori alla voce), passando per “Nanneddu meu” (del 1991), ormai il simbolo della lotta e della denuncia verso le ingiustizie e i soprusi, “Carrasecare” (del 1990), forse la canzone degli esordi più rappresentativa del gruppo, fino a “Mamoiada” (del 1992), che ha coinciso con la fine di un’annosa faida che dilaniava le famiglie del noto paese della Barbagia ed ora viene cantata come un inno alla pace. Non poteva mancare “No potho reposare”.

Ci sono poi le collaborazioni storiche, quali quella con Fabrizio De Andrè, nata da una vera amicizia, che nel 1992 firmò insieme a loro il testo di “Pitzinnos in sa gherra” (presentato poi al Festival di Sanremo) e quello di “Etta abba chelu”, e i duetti con Maria Carta, Francesco Renga, Gianluca Grignani, Kekko Silvestre. La forte intesa musicale tra Silvestre e la band ha portato poi alla collaborazione con i Modà.

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