ROMA – Sono ore di scosse telluriche per il M5s e Luigi Di Maio, come ricostruito dall’Ansa, aspetta che ci sia un primo assestamento. Poi potrebbe fare la sua mossa, come gli viene chiesto da diversi deputati. Ma la tensione, per ora, è troppo alta e investe anche due esponenti moderati del calibro di Alfonso Bonafede e Federico D’Incà che, a lungo, in Aula si sono attardati in una discussione dai toni piuttosto alti. E poi c’è il nodo Rousseau.
L’affondo di ieri contro Vito Crimi – “lo Statuto è cambiato, non è più capo politico” – ha acuito l’irritazione dei parlamentari. “Si tenga gli iscritti, facciamola finita. Lì c’è solo una gara per i click degli attivisti”, è la linea, tranchant, di un esponente della vecchia guardia. Mentre Luca Di Giuseppe, facilitatore campano del M5s vicino a Casaleggio, ha lanciato una ‘call to action’ per sostenere con la funzione “Mi fido” gli espulsi.