Salute

Terapie integrate e probiotici nella cura di ansia e depressione, intervista ad Adelia Lucattini

ROMA – In quali situazioni, possono essere utilizzate le terapie integrate, che tipo di funzione possono svolgere i probiotici nella cura dell’ansia e depressione e da soli, nella pratica clinica, sono sufficienti? Abbiamo parlato di tutto questo con la dottoressa Adelia Lucattini, psichiatra e psicanalista di Roma.

Dottoressa Lucattini, può spiegarci perché a livello psicologico è così importante il benessere dell’intestino?

L’apparato gastro-intestinale (stomaco e intestino) è investito di un grande valore simbolico ed in persone predisposte, è oggetto di somatizzazioni. Al di là della componente organica, il suo buon funzionamento tranquillizza, rimanda un senso di benessere mentale, fa sentire “in salute”, dà l’idea che tutto sta andando bene, che il corpo funziona e con esso anche la mente.

I bambini che hanno paura di perdere il controllo o sono angosciati, possono trattenere le feci (encopresi), nel tentativo inconscio di non far uscire da se stessi emozioni disturbanti; è noto che di fronte ad una forte amozione possono avere la necessità di andare in bagno come “scarico della tensione” e che a disturbi emotivi si accompagna l’enuresi notturna ma anche diurna, soprattutto a scuola se si sentono troppa pressione emotiva o hanno ansie di separazione dai genitori. Per i bambini, i prodotti del loro intestino sono importantissimi, perché è l’unica cosa tangibile e visibile che “fanno loro”, tutto da soli, con il loro corpo e simbolicamente anche con la mente.

Per questo motivo, chiedono alla mamma di non buttare il pannolino sporco ma di tenerlo da parte per un po’ e le mamme sensibili e intelligenti, lo fanno prendendo la richiesta molto sul serio, sorridendo senza farsi vedere. Da adolescenti e da adulti rimane soltanto la componente simbolica, mentale, che continua ad avere un suo valore e ad essere inconsciamente attiva. D’altro canto, la saggezza antica ci insegna che per vivere bene ed in armonia sia necessaria “mens sana in corpore sano”.

In quali situazioni possono essere utilizzate le terapie integrate?

Le terapie integrate sono una grande risorsa nelle sindromi depressioni reattive accompagnate o meno da ansia perché anche in situazioni più serie che necessitano di trattamenti con antidepressivi ed ansiolitici, possono aiutare i pazienti a stare meglio a 360°. Possono essere utilizzate anche in età evolutiva, nei bambini e negli adolescenti. Va sottolineato che la terapia più efficace per i disturbi depressivi e ansiosi, reattivi rispetto a stress, fatica, lutti, dispiaceri, problemi lavorativi è sempre la psicoanalisi.

La psicoanalisi è efficace sia nei bambini che negli adolescenti, così come negli adulti e negli anziani. In questi ultimi in cui è un trattamento d’elezione come supporto psicologico per poter far fronte alle patologie fisiche a cui vanno incontro, con conseguenti disturbi dell’umore, soprattutto depressione, e disturbi del sonno. Le terapie complementari possono essere un valido supporto durante il trattamento analitico anche quando non vi sia necessità di terapia farmacologica tradizionale.

Chi fa la prescrizione?

Il medico, solitamente lo specialista in psichiatria o neuropsichiatra infantile, anche i medici di medicina generale spesso sono degli ottimi diagnosti per quella comunemente chiamata “piccola psichiatria”. In medicina è sempre  necessaria una visita accurata ed una corretta diagnosi per poter dare un’indicazione farmacologia o fare una prescrizione che risulti efficace. Anche per probiotici, fitoterapici, nutraceutici, integratori e omeopatia che danno ottimi risultati nei disturbi reattivi, una corretta diagnosi è alla base di una buona riuscita del trattamento. Il “fai da te” è sempre sconsigliato. Il medico indicherà il tipo di farmaco o integratore, il dosaggio, come e quando assumerlo, e per quanto tempo. Sono molto importanti anche i controlli periodici regolari.

Quando si parla di terapie e farmaci complementari, che cosa si intende?

Dipende di quali farmaci stiamo parlando. Secondo il Ministero della Salute, i medicinali fitoterapici sono tutti quei medicinali il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Questi medicinali sono stati ufficialmente approvati dall’AIFA, che ne ha verificato la loro qualità, efficacia e sicurezza, e sono venduti esclusivamente nelle farmacie, alcuni dietro presentazione di ricetta medica ed altri come medicinali senza obbligo di prescrizione o medicinali da banco. Le sostanze nutraceutiche dette anche “nutraceutici”, sono farmaci compositi classificati come “integratori alimentari”, sono composti con principi attivi o componenti derivati da piante, animali e fonti microbiche. Sono nutraceutici i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi grassi polinsaturi (omega-3, omega-6), le vitamine e i complessi enzimatici.

I medicinali omeopatici secondo l’AIFA sono dei prodotti ottenuti utilizzando sostanze di origine minerale, chimica, vegetale, animale e biologica (definite ceppi omeopatici) attraverso metodi di produzione specifici, definiti nelle farmacopee ufficiali. (Farmacopea Europea o Farmacopea Francese o Farmacopea Omeopatica Tedesca).La caratteristica dei medicinali omeopatici è quella di utilizzare sostanze altamente diluite e “dinamizzate”. Il processo di diluizione solitamente è responsabile dell’effetto di non rilevabilità del contenuto di partenza del ceppo omeopatico. In tali casi, il medicinale finito risulta, dal punto di vista chimico-fisico, unicamente costituito da eccipienti. Alcuni medicinali omeopatici possono essere costituiti da sostanze in concentrazione ponderale (ovvero analiticamente rilevabile in milligrammi), oppure direttamente da tinture madri o macerati glicerici.

Che tipo di funzione possono svolgere nell’ansia e nella depressione?

Nell’ansia, sono molto utili i prodotti a base di magnesio, purché sia a dose terapeutica, non inferiore a 300 mg e possibilmente con aggiunta di selenio, zinco, oligoelementi e vitamine. La vitamina B12, ad esempio, è molto importante non solo per i globuli rossi ma anche per il tono dell’umore.

Nella depressione, alcuni fitoterapici sono specifici, la griffonia ad esempio e l’iperico che però va usato sotto stretto controllo medico per le interazioni importanti, può potenziare gli effetti farmacologici dei farmaci antidepressivi (in particolare, SSRI ed IMAO), favorendo la comparsa della sindrome serotoninergica (caratterizzata da sintomi come agitazione, confusione mentale, ipomania, turbe della pressione arteriosa, tachicardia, brividi, ipertermia, tremori, rigidità, diarrea); con gli anticoagulanti, con gli antipertensivi, ipoglicemizzanti per il diabete, etc.

Per quanto riguarda l’insonnia, sono utili prodotti a base di melissa, di semi d’uva e magnesio, che favorisce il metabolismo cellulare. Naturalmente anche la melatonina che associata con L-Triptofano può essere utilizzata, dietro indicazione medica e al giusto dosaggio anche nei bambini. Anche l’omeopatia può essere utilizzata tenendo conto della costituzione del soggetto, delle sue predisposizioni e dei sintomi che presenta al momento della visita.

I probiotici, se utilizzati da soli, possono avere una funzione specifica nella depressione?

Un gruppo di ricercatori inglesi ha compiuto una revisione sistematica della letteratura scientifica degli ultimi quindici anni sull’impiego di prebiotici e probiotici nel trattamento di ansia e depressione.

In sette studi sono stati messi in evidenza miglioramenti significativi di uno o più sintomi a confronto con placebo (capsula senza alcun farmaco all’interno) o nessun trattamento. Gli studi pubblicati su BMJ Nutrition, Prevention & Health, riguardano dodici ceppi di probiotici tra cui Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei e Bifidobacterium bifidium. Nella pratica clinica, i probiotici da soli non sono sufficienti,ma costituiscono un valido supporto in associazione ad altri farmaci sia naturali che tradizionali.

Tra i meccanismi implicati nell’efficacia dei probiotici sulla depressione sono la capacità di queste sostanze di ridurre la produzione di sostanze infiammatorie come le citochine, che giocano un ruolo importante nell’infiammazione cronica intestinale che si ritiene abbiano un loro ruolo nel mantenimento di sindromi ansiose e depressione, anche se è noto che le cause psicologiche sono il primo fattore che le innesca e mantiene. I probiotici modulano l’attività del triptofano e favoriscono la produzione di serotonina a livello intestinale, sostanze che hanno un ruolo riconosciuto nei disturbi dell’umore.

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Redazione L'Opinionista

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