TIRANA – Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto in Albania. Secondo gli ultimi dati del ministero della Difesa i morti sono 26: almeno 12 sono stati tratti dalle macerie in varie zone di Durazzo, 13 a Thumana, a circa 20 di chilometri a nord della capitale, mentre una vittima è stata trovata a Kurbin.
Restano invece una ventina le persone che mancano ancora all’appello. Per oggi, intanto, è stato proclamata una giornata di lutto nazionale in memoria delle vittime.
Almeno 13 corpi sono stati tratti dalle macerie in varie zone di Durazzo, 11 a Thumana, e circa una ventina di chilometri a nord di Tirana, mentre una vittima e’ stata trovata a Kurbin, circa 50 chilometri a nord della capitale. Fonti ufficiali hanno detto all’ANSA che all’appello mancano ancora una ventina di persone.
“Le nostre squadre stanno lavorando oramai interrottamente da ieri sera. E’ una situazione molto, molto difficile”: lo ha detto all’ANSA il responsabile comunicazione dei Vigili del Fuoco italiani, Luca Cari, nei pressi di una palazzina di quattro piani a Durazzo sbriciolata dal terremoto. “Qui ci sarebbero 6 dispersi: tre bambini, due donne e un uomo”, precisa Cari. Intanto, decine di familiari e conoscenti si affollano intorno alle macerie, nella drammatica attesa di buone notizie.
Il governo albanese ha annunciato di aver proclamato lo Stato di emergenza a Tirana e Durazzo. Il premier Edi Rama ha spiegato che il provvedimento durerà per un periodo di 30 giorni.
“Vorrei inviare un saluto” ed esprimere “la vicinanza al caro popolo albanese che ha sofferto tanto in questo giorni”, ha detto oggi Papa Francesco al termine dell’udienza generale, ricordando che l’Albania è stato “il primo Paese d’Europa che ho voluto visitare”. E ancora: “Sono vicino alle vittime, prego per i morti, per i feriti, per le famiglie. Che il Signore benedica questo popolo al quale io voglio tanto bene”, ha sottolineato il pontefice.