Terzo Forum europeo del riso, il commento di Confagricoltura

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BRUXELLES – Si è svolto a Bruxelles il terzo Forum europeo del riso, l’evento promosso da Ente Risi che ha visto confrontarsi anche quest’anno agricoltori, industriali, rappresentanti delle amministrazioni ed eurodeputati dei Paesi produttori al quale ha partecipato anche una delegazione di Confagricoltura guidata dalla vicepresidente Elisabetta Falchi.

Al Forum è stato ribadito il fatto che il riso contribuisce in modo significativo a un equilibrato sviluppo dell’ecosistema e alla tutela della biodiversità, garantendo una gestione sostenibile delle acque in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Per tale motivo – è stato sottolineato – è importante confrontarsi all’interno di un’alleanza trasversale per tutelare il comparto dalle sempre maggiori importazioni dai Paesi terzi, creare sinergie nell’ambito delle linee guida della Politica Agricola Comune, garantendo al tempo stesso la sostenibilità delle coltivazioni e il rispetto del principio di reciprocità.

“Il risultato del forum si può considerare un successo – ha affermato Falchi – É stata approvata una piattaforma condivisa di posizioni che trova tutto il nostro consenso. Occorre ora consolidare il risultato storico della clausola di salvaguardia che ha imposto dazi temporanei sul riso Indica importato nell’UE da Cambogia e Myanmar, ma va migliorata adeguando la normativa di riferimento e rafforzando i controlli da parte degli Stati membri”. A riguardo la Commissione è stata sollecitata a completare l’indagine sul rispetto dei diritti umani a carico della Cambogia e ad avviare urgentemente un’analoga analisi per il Myanmar finalizzata alla sospensione delle concessioni commerciali.

Dal Forum è emersa anche la proposta di rendere il riso un “prodotto sensibile” nell’ambito di intese commerciali e di concessioni della UE (nella campagna 2017/2018 il 70% delle importazioni nell’Unione europea era esente dazio), ma anche di valorizzarne il contributo ambientale nelle discussioni sulla riforma della PAC post 2020. E’ stata poi ribadita la necessità di introdurre l’obbligo di indicazione di origine a livello europeo e di un’armonizzazione delle autorizzazioni all’utilizzo dei prodotti fitosanitari all’interno dell’UE, garantendo la piena reciprocità delle condizioni di coltivazione e evitando distorsioni di mercato.

“Confidiamo – ha concluso Elisabetta Falchi – che le intese condivise con tutta la filiera europea costituiscano l’agenda dei lavori della politica e delle istituzioni per arrivare a un assetto più equilibrato del mercato europeo a favore dei nostri risicoltori e di tutta la filiera”.