TORINO – Sarà presentato al Salone del Libro di Torino il saggio economico ‘Allenarsi per il Futuro, Idee e strumenti per il lavoro che verrà’, scritto a quattro mani da Stefano Cianciotta, docente di Comunicazione di Crisi all’Università di Teramo e alla Scuola Umbra di Pubblica Amministrazione, e Pietro Paganini, professore di Business Administration alla John Cabot University.
La presentazione del libro, edito da Rubbettino, è prevista nella giornata inaugurale del Salone, evento che si svolgerà al Lingotto Fiere, il prossimo 12 maggio, alle ore 15, nello spazio conferenze allestito all’interno dello Stand della Regione Piemonte.
Insieme con gli autori parleranno di innovazione e futuro il cosmonauta Walter Villadei, Gerardo Cervone, responsabile delle Relazioni Istituzionali del Gabinetto del Ministro della Difesa, Enzo Marvaso, coordinatore del Progetto Robotica a Scuola del Ministero della Ricerca Scientifica, Oriana Cecchini, Hr Bosch Torino, Fabio Costantini, Cfo Randstad, e Riccardo Pittis, l’ex campione di basket di Milano e della Benetton Treviso. Introdurrà e modererà i lavori Franco Chiaramonte, direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro.
Torino ospiterà il prossimo 21 maggio una nuova presentazione del saggio di Cianciotta e Paganini, al campo da golf Le Primule, con la presenza, tra i relatori, della direttrice della Scuola di Alta Formazione al Management della Fondazione Agnelli, Silvia Petocchi.
Le presentazioni di Torino sono state precedute da altre tappe, che hanno visto gli autori presentare il libro a Roma, Milano, Perugia, Cosenza, Pescara, Napoli e Padova. Nelle cinque sezioni di cui si compone, per un totale di oltre 200 pagine, il saggio di Cianciotta e Paganini si preoccupa di individuare le occupazioni di domani, ma soprattutto punta ad offrire un’analisi attenta ed efficace delle radicali trasformazioni del mercato del lavoro, ipotizzando le competenze di oggi e di domani, ma che la scuola non sembra ancora aver colto, né tanto meno essere in grado di fornire.
Il testo, dunque, esorta a un cambiamento forte ed impellente anche in merito ai modelli didattici e pedagogici, troppo obsoleti rispetto alle richieste stringenti del mercato.
La scuola, insomma, deve necessariamente cambiare e diventare smart, e diventare il luogo dove scoprire e provare a risolvere problemi, dove sbagliare e imparare a rialzarsi. Deve tornare a essere una palestra dove poter giocare e allenarsi.