“Celebrate è un inno all’indipendenza, alla libertà e alla voglia di essere sé stessi lasciando da parte giudizi e stereotipi”
Dal 10 giugno 2022 è disponibile in rotazione radiofonica e in digitale “Celebrate” (Astralmusic), il nuovo singolo dei Tothem. Il brano è stato presentato a “Una Voce per San Marino”. “Celebrate” vuole celebrare la vita in tutte le sue forme. Il ritornello è un inno sfrenato al vivere la vita e al celebrarla nella sua forma più vivida e aperta verso l’esperienza e l’esercizio della propria libertà: essere “fatti” non significa essere intorpiditi da sostanze stupefacenti, ma essere inebriati dalla vita stessa. “Celebrate” è la sintesi della ricerca del benessere e dell’autenticità. Il filtro, il visore, gli occhiali con cui guardiamo il mondo sono solo lo schermo che ci allontana dalla realtà per quello che puramente è. “Let’s Celebrate this life of mine!”.
I Tothem ci hanno gentilmente concesso un’intervista.
“Celebrate” è il vostro nuovo singolo, di che cosa si tratta?
Celebrate è il brano che abbiamo scritto per il contest “Una Voce per San Marino” e per rappresentare appunto San Marino agli Eurovision 2022. Non abbiamo vinto ma l’ottimo risultato raggiunto ci ha permesso di collaborare con Astralmusic e lanciarlo al grande pubblico. Il brano è un inno all’indipendenza, alla libertà e alla voglia di essere sé stessi lasciando da parte giudizi e stereotipi. Ognuno ha il diritto di essere ciò che è, nella sua forma, colore e personalità. Con questo brano vogliamo dare voce a tutti, celebrando la vita in ogni sua sfaccettatura.
Cosa volete trasmettere con questo brano?
Come ti dicevo “Celebrate” vuole celebrare la vita in tutte le sue forme. Il ritornello è un inno sfrenato al vivere la vita e al celebrarla nella sua forma più vivida e aperta verso l’esperienza e l’esercizio della propria libertà: essere “fatti” non significa essere intorpiditi da sostanze stupefacenti, ma essere inebriati dalla vita stessa. “Celebrate” è la sintesi della ricerca del benessere e dell’autenticità. Il filtro, il visore, gli occhiali con cui guardiamo il mondo sono solo lo schermo che ci allontana dalla realtà per quello che puramente è. “Let’s Celebrate this life of mine!”.
C’è anche un videoclip, come si caratterizza?
Lo abbiamo studiato con grande cura. Volevamo rappresentare al meglio il brano e il suo messaggio. Ci sono innumerevoli personalità che caratterizzano l’essere umano, apparentemente in antitesi l’una con l’altra. Nel video si avvicendano, si scontrano, vivono le loro dinamiche che poi trovano una pacifica risoluzione. I personaggi sono estremamente stereotipati: riconoscibili, a volte esagerati nell’esternazione di ciò che portano nel mondo con la loro immagine e le loro caratteristiche. Tutti hanno uno scopo: far valere ciò che rappresentano. Nel momento in cui ciò che sono convinti di essere decade a favore dell’apertura verso l’altro, però, le solide convinzioni sono messe in discussione e ci si ritrova tutti insieme a gioire come in una grande festa.
Come nasce la vostra band?
Da un gruppo di amici che amava chiudersi in un garage e suonare. Abbiamo iniziato con i primi brani inediti e contemporaneamente suonavamo qualche cover dei nostri idoli del Rock. Spesso ci guardiamo indietro e ci rendiamo conto che nonostante tutto il punto dove siamo ora era impensabile ai tempi. Non abbiamo mai mollato e abbiamo sempre cercato di creare e suonare quello che più ci piaceva. Questo ci ha dato la consapevolezza che qualcosa avremmo lasciato con le nostre canzoni. Soprattutto oggi ci sentiamo dentro ad una maturità raggiunta con molta fatica.