L’albero di Natale è una delle tradizioni natalizie più diffuse al mondo. Ma qual è il suo significato simbolico e perché lo si addobba con luci, festoni, palline, dolciumi?
Alla base dell’albero natalizio ci sono gli antichissimi usi, tipici di varie culture, di adorare o di avere alberi sacri, come gli Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, e la credenza che le luci, che li illuminavano, corrispondessero ad altrettante anime. Allo stesso modo venivano ornati anche i vari Alberi cosmici con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle. In particolare l’abete era sacro a Odino, potente dio dei Germani.
L’abitudine di decorare alcuni alberi sempreverdi era diffusa già tra i Celti durante le celebrazioni relative al solstizio d’inverno. I Vichinghi dell’estremo Nord dell’Europa, dove il sole scompariva per settimane nel pieno dell’inverno, nella settimana precedente e successiva al giorno con la notte più lunga, si officiavano le solennità per auspicare il ritorno del sole e credevano che l’abete rosso fosse in grado di esprimere poteri magici, poiché non perdeva le foglie nemmeno nei geli dell’inverno: alberi di abete venivano tagliati e portati a casa, decorati con frutti, ricordando la fertilità che la primavera avrebbe ridato agli alberi. I Romani usavano decorare le loro case con rami di pino durante le Calende di gennaio.
Con l’avvento del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane, anche se la Chiesa delle origini ne vietò l’uso sostituendolo con l’agrifoglio, per simboleggiare con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal capo. Inoltre questo albero fu associato alla figura di Gesù, come simbolo di immortalità e della Trinità.
Nel Medioevo i culti pagani vennero generalmente intesi come una prefigurazione della rivelazione cristiana. Oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l’albero divenne quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. Leggenda vuole che però che la tradizione moderna di decorare l’abete provenga in realtà dalla Germania: pare che un uomo, alla vigilia di Natale, rimase incantato dalle stelle che luccicavano attraverso i rami di un abete. Così lo tagliò, lo portò a casa e lo decorò con delle candeline rosse.
Il primo albero di Natale pubblico fu eretto nell 1441 Tallin, nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Tradizione poi ripresa dalla Germania del XVI secolo. In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale, nella seconda metà dell’Ottocento, fu la regina Margherita, lanciandone la moda in tutta la penisola.
Nei primi anni del Novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune. Durante il pontificato di Giovanni Paolo I é stata anche introdotta la tradizionendi allestire un grande albero di Natale in Piazza San Pietro a Roma.
Nella giornata di ieri, 8 dicembre, il Sindaco di Roma Virginia Raggi ha rinnovato l’usanza accendendo “Spelacchio”, che, proveniente dalla Valsugana, quest’anno é vestito di un scintillante coloe oro. A Gubbio, invece, addossato sul monte Igino e composto da centinaia di luci, é stato inaugurato l’albero di Natale più grande del mondo. A Milano il 2020 sarà ricordato come il “Natale degli alberi”, visto che oltre a quello sponsorizzato Coca Cola in Piazza Duomo, dal centro alle periferie, se ne contano altri venti. A Napoli, sul lungomare é statoi lluminato da “N’Albero”, la mega-struttura di oltre 40 metri; a Genova nella centralissima Piazza De Ferrari campeggia l’albero di Natale arrivato dalla vicina Val d’Aveto, addobbato con palline dai color rosso e oro.
Nonostante il Covid, le città non rinunciano a fregiarsi di quello che da sempre é visto come segno di speranza e di rinascita e che quest’anno ha ancora di più il compito di illuminare e illuminarci il cuore.
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