Davanti alla Commissione trasporti della Camera, Cna Fita ha rilevato che si deve procedere ad un radicale cambio di paradigma per ciò che attiene alla programmazione del trasporto pubblico locale, accreditando – in maniera strutturale – il ruolo dei privati nell’offerta dei relativi servizi. Alcune Regioni si stanno già prodigando, altre sono molto indietro, quando avrebbero, tuttavia, l’opportunità di coinvolgere molte imprese, a partire da quelle dei bus turistici.
Nel generale ridisegno della mobilità, è quanto mai opportuno sostenere e promuovere l’utilità resa alla collettività dal trasporto pubblico non di linea (taxi ed NCC). Sussistono ampi margini, infatti, per la fornitura di servizi conferenti con uno scenario socio-economico soggetto a repentini processi evolutivi. Soltanto per fare un esempio, i mesi scorsi hanno dato prova del fatto che – allo stato delle cose – soltanto taxi ed NCC sono in grado di esibire quelle caratteristiche di flessibilità capaci di corrispondere ai bisogni e alle priorità di quei territori a domanda di mobilità debole. Un primo passo, potrebbe consistere nel potenziamento e nella susseguente stabilizzazione normativa di quelle misure – si pensi al voucher mobilità – introdotte con i provvedimenti di contrasto alla pandemia, superando le attuali restrizioni territoriali che ne limitano l’efficacia alle grandi città.
Nel medio-lungo periodo, in tema di TPL occorre completare alcuni processi già avviati:
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