Denunciati 75 soggetti, sequestrati 19 veicoli
TRIESTE – Dalle prime ore dell’alba, militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Trieste stanno procedendo all’esecuzione di 11 provvedimenti di custodia cautelare emessi dal G.I.P. del Tribunale di Trieste, su richiesta del PM, e di 13 decreti di perquisizione emessi dalla Procura, conseguenti ad articolate indagini nel settore del contrasto al traffico illecito di prodotti petroliferi in evasione delle accise sul territorio dello Stato.
L’attività odierna nasce da indagini avviate dal marzo 2015, nel corso delle quali venivano sequestrati camion che, attraversando il confine terrestre giuliano, tentavano di introdurre illecitamente in Italia oli minerali.
Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trieste, sono stati esperiti, tra l’altro, analisi documentali e pedinamenti su tutto il territorio nazionale nonché perquisizioni.
Gli approfondimenti condotti dalle Fiamme Gialle triestine hanno consentito di individuare un nutrito numero di soggetti che, operando nell’ambito di consorterie criminali attive nel territorio italiano con basi operative anche all’estero, hanno acquistato il prodotto energetico da imprese straniere, curato il trasporto, gestito i pagamenti, trovato i clienti, predisposto documentazione artefatta tesa a celare l’illiceità del traffico.
Direttamente o per il tramite dei Reparti del Corpo di volta in volta attivati sui vari luoghi di intervento (in Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia) si è, nel corso del tempo, provveduto a:
– sequestrare n. 19 veicoli (utilizzati per il trasporto) e 2 auto (“staffette”);
– sequestrare complessivamente 262.000 litri di gasolio e 240.730,00 Kg di olio
lubrificante, corrispondenti ad un’evasione di accisa/imposta di consumo pari a
€ 351.408,30 euro;
– accertare il “consumo in frode” di 101.000 litri di gasolio e 529.150,00 Kg di olio
lubrificante, corrispondenti ad un’evasione di accisa/imposta di consumo pari a
€ 479.227,00.
Al termine delle indagini sono stati denunciati complessivamente n. 75 soggetti, coinvolti a vario titolo nella frode, e richieste misure restrittive della libertà personale per i soggetti ritenuti i principali artefici dei traffici.
Le risultanze investigative hanno consentito di fornire elementi di reità tali da permettere al Pubblico Ministero di richiedere ed ottenere dal G.I.P. l’emissione di 11 ordinanze restrittive (in particolare 2 custodie cautelari in carcere nei confronti di soggetti indagati stranieri – un polacco ed uno sloveno – e 9 custodie al domicilio nei confronti di soggetti indagati italiani).
Contestualmente, la Procura della Repubblica ha emesso n. 13 decreti di perquisizione locale e personale, eseguiti in 5 regioni italiane (Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Calabria) con il supporto dei Reparti territorialmente competenti. Come detto, oggi, in un unico contesto operativo, si è proceduto a dare esecuzione ai provvedimenti, mediante l’impiego complessivo di n. 50 militari e n. 20 auto. Gli esiti interlocutori delle attività, tuttora in corso di svolgimento, hanno già permesso di acquisire ulteriore documentazione che avvalora le tesi investigative, nonché comprova le responsabilità dei soggetti coinvolti nella frode.
L’operazione GHOST OIL 2 rappresenta soltanto uno dei numerosi filoni investigativi che, in tutta Italia, la Guardia di Finanza sta conducendo per arginare il dilagante fenomeno del traffico illecito di oli minerali, notevolmente cresciuto nel più recente periodo.
Le unità del Corpo operanti nei contesti di confine terrestre – tra cui spicca marcatamente il ruolo delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Trieste – così come le unità aeronavali impegnate a pattugliare le acque del Mar Mediterraneo, sono quotidianamente impegnate nel controllo del territorio e del mare per contrastare i sodalizi delinquenziali che gestiscono il traffico ed i relativi “finanziatori”.
L’attività evidenzia una pluralità di finalità, ossia quelle di tutelare il gettito assicurato all’erario dalle imposte gravanti sui prodotti energetici, di preservare la correttezza del mercato e la tutela del consumatore e, non ultimo, di proteggere l’ambiente. Oltre all’“evasione” sottesa al traffico clandestino di carbo-lubrificanti, la loro introduzione sul mercato attraverso canali di distribuzione compiacenti – o l’utilizzo da parte di attività imprenditoriali che necessitano di grossi quantitativi di prodotti petroliferi per far funzionare macchine industriali e di locomozione -, crea una vera e propria distorsione degli equilibri economici ledendo gli interessi delle imprese oneste e dei consumatori che si rivolgono, ignari, ad offerte particolarmente appetibili.
In tale scenario, peraltro, si inserisce perfettamente il decreto in materia di antiterrorismo del febbraio 2015 che consente, anche nelle more del procedimento, l’affidamento gratuito dell’ingente quantitativo di “carburante” che, altrimenti, rimarrebbe per lungo tempo in giudiziale custodia a privati, con evidenti ed elevati oneri a carico dell’Erario, anche in considerazione dei tempi non prevedibili di conclusione dei futuri processi.
Grazie al nuovo decreto, infatti, è offerta la possibilità di cedere il prodotto sequestrato alle Forze di Polizia ed al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, ove idoneo alla carburazione e alla lubrificazione. La procedura prevede il rilascio di un’autorizzazione da parte dell’Autorità Giudiziaria. Ben 160.000 litri di prodotto energetico sono già stati consegnati dalla Guardia di Finanza a tutti i Comandi dei Vigili del Fuoco della Regione Friuli Venezia Giulia, previo coordinamento con il Comando Provinciale VV.F. di Trieste; altri potranno esserlo in futuro, previa effettuazione delle analisi chimiche ed autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.
Si rinnova e prosegue, così, l’incessante azione svolta dalla Guardia di Finanza di Trieste in sinergia con la locale Magistratura, al fine di prevenire e contrastare l’illegale traffico di prodotti petroliferi provenienti dall’Est europeo, la cui entità è così rilevante da alterare le regole della concorrenza e del mercato, oltre a danneggiare pesantemente le casse dello Stato.