Prince, 57 anni, nei giorni scorsi era stato ricoverato in ospedale dopo un atterraggio d’emergenza. Il jet privato del cantante era decollato da poco quando l’artista si è sentito male: scattato l’allarme medico, l’aereo è stato costretto a fare scalo rapidamente al Quad City International Airport di Moline, nello Stato dell’Illinois.
Oggi la notizia della sua morte diffusa prima dal sito Tmz e poi dai principali media statunitensi. Yvette Noel-Schure, l’addetta stampa di Prince, ha confermato il decesso con una dichiarazione a “Variety”: “Con profonda tristezza confermo che il leggendario e iconico performer Prince Rogers Nelson è deceduto stamane nella sua residenza di Paisley all’età di 57 anni”.
Ancora ignote le cause, anche se si è appreso che il 911 (il servizi di pronto intervento) ha risposto a una telefonata di emergenza medica. Prince Rogers Nelson, questo il nome completo dell’artista, nel 2004 era stato inserito dalla rivista “Rolling Stone” al 27esimo posto della lista dei cento migliori artisti musicali di sempre.
Il suo maggiore successo risale al 1984 con “Purple Rain”, realizzato insieme ai The Revolution. Il film omonimo vinse il premio Oscar per la miglior colonna sonora con canzoni originali. “Purple Rain” ha venduto oltre 13 milioni di copie negli Stati Uniti e rimase per ventiquattro settimane consecutive ai vertici delle classifiche. Solo negli Usa il film guadagnò più di 80 milioni di dollari e fu il più grande successo cinematografico interpretato da Prince.
Prima di “Purple Rain” Prince realizzò “For You” (1978), “Prince” (1979), “Dirty Mind” (1980), “Controversy” (1981) e “1999” (1982). Nella corso della sua carriera ha realizzato circa 50 dischi, spesso con nomi differenti e soprattutto con case discografiche differenti. Nel 1987 realizzò il controverso “Black Album”, album che ebbe vita breve perché l’artista decise di ritirarlo subito dal commercio. Venne pubblicato solo nel 1994. Controverso il suo rapporto con la Warner Music.
La major che lo ha lanciato ruppe ogni rapporto nel 1993, tanto che Prince decise di cambiare il proprio nome in O(+>, ovvero il simbolo maschile unito a quello femminile. In pratica un nome impronunciabile fatto apposta per aggirare il contratto con la casa discografica e poter pubblicare tutto ciò che gli passava per la testa. Una scelta contestata un po’ da tutti, che portò Prince l’anno successivo a farsi chiamare Tafkap (The Artist formerly known as Prince) o più semplicemente The Artist.
Solo nel 2000, scaduto il contratto con la Warner, è tornato a chiamarsi Prince. Ancora più clamoroso fu il ritorno alla Warner nel 2014. Prince non ha mai nascosto la sua grande passione per le belle donne e per la tecnologia, tanto da essere uno dei paladini della pubblicazione di musica in forme alternative (dai quotidiani fino alle piattaforme on line, verso cui ha manifestato pure qualche perplessità).
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