Tunisia, macchia nera degli agrumi: la preoccupazione di Confagricoltura

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arance rosse

Diana: “se si diffondesse, provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione”

“La notizia della presenza della ‘macchia nera’ o CBS (citrus black spot) in Tunisia è assolutamente allarmante. Dopo Sud Africa, Argentina, Uruguay e Brasile, ora il pericolo può dirsi alle porte di casa, visto che è stata rilevata recentemente in sette spedizioni dalla Tunisia nell’Unione europea”. É il commento del presidente della Federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura, Gerardo Diana, in relazione alla presenza del fungo che danneggia la buccia degli agrumi rendendoli invendibili.

“Abbiamo sempre richiamato l’attenzione delle autorità competenti su questa fitopatia che – ha proseguito Diana – attualmente non è presente sul territorio europeo ma che, se si diffondesse, provocherebbe danni irreparabili al patrimonio agrumicolo mettendo a rischio uno dei più importanti comparti della nostra agricoltura del Meridione”.

“In un momento in cui – ha detto Gerardo Diana – stiamo cercando di superare il problema della Tristeza con ingenti investimenti, problematica che ha già provocato danni enormi e sta concentrando gli sforzi nella ricerca di nuovi mercati di sbocco, non possiamo assolutamente permetterci l’arrivo di una nuova fitopatia”.

Confagricoltura ha quindi proposto l’immediato blocco delle importazioni dalla Tunisia, l’incremento dei controlli e l’impegno della Commissione ad una rapida revisione della normativa comunitaria.

“Il caso dei controlli positivi alla frontiera evidenzia, ancora una volta – ha concluso il rappresentante degli agrumicoltori di Confagricoltura – quanto sia necessario cambiare l’approccio comunitario alle importazioni nella UE di prodotti ortofrutticoli che è troppo aperto; invece è necessaria una normativa rigorosa per prevenire questo tipo di problemi. All’occorrenza con un monitoraggio ed una revisione degli accordi internazionali in essere”.