Tutto il lirismo della natura nelle tele a metà tra figurazione e astrazione di Anna Oprea

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bosco in fiore

La capacità di osservare e riprodurre tutto ciò che appartiene alla vita e che circonda l’essere umano, induce gli artisti a manifestare sulla tela quel sentire sottile e inspiegabile che non riesce a raggiungere la razionalità restando sospeso nella sfera dell’indefinibile a cui spesso non si può dare un aspetto completamente aderente alla realtà, perché la sua essenza più profonda rimane nell’ambito di quelle sensazioni impossibili da spiegare se non attraverso un’indefinibilità che somiglia a un ricordo, a un interregno tra ciò che è e ciò che l’animo coglie. L’artista di cui vi racconterò oggi conduce l’osservatore all’interno di un mondo incantato dove le chiome degli alberi si rivestono di tutta la gamma di colori di cui ha bisogno la sua interiorità per liberarsi e raccontare le meravigliose emozioni che la avvolgono quando pensa, o entra in contatto, con la natura.

Intorno alla fine dell’Ottocento si sviluppò in Europa un movimento dove il tema floreale predominò divenendo simbolo di un modo di vivere, di uno stile di vita elegante e raffinato di cui l’arte doveva essere la piena espressione; attingendo all’interesse verso il paesaggio e le sue bellezze naturali generato dagli artisti aderenti all’Impressionismo e in particolar modo al suo massimo esponente Claude Monet, l’Art Nouveau sviluppò le teorie dell’Arts and Crafts inglese pur modificandone l’aspetto e anche l’ambito di applicazione, ma ciò che invece rimase una linea guida comune fu appunto l’introduzione di elementi naturali come foglie, rami e fiori, nelle tele o ma anche in molti altri materiali decorativi come elementi architettonici, vetri, ringhiere, gioielli e cristalli, a sottolineare l’amore per il bello che si diffondeva nella società. La corrente prese un nome diverso a seconda del paese cui appartenevano gli artisti che vi aderirono, modificandone anche l’interpretazione e così lo Stile Liberty italiano rimase più fedele a quello francese, il Modernismo spagnolo si sviluppò prevalentemente nell’architettura fantasiosa e bizzarra di cui vi sono ancora segni in particolar modo a Barcellona con il lavoro di Antoni Gaudì, e il Secessionismo austriaco volse l’attenzione verso l’opulenza e l’equilibrio armonico tra natura ed essere umano, come testimoniano le tele di Gustav Klimt.

Fu proprio quest’ultimo a produrre una celeberrima opera in cui uno degli elementi più rappresentativi della flora divenne simbolo universale di uno stile innovativo e completamente staccato da ogni rappresentazione precedente; parlo ovviamente de L’albero della vita, che per primo segnò il confine tra riproduzione e immaginazione, tra desiderio di narrare qualcosa di simile a ciò che lo sguardo poteva cogliere e necessità di dargli una veste diversa, più affine a quel Secessionismo che di fatto segnò il distacco dal classicismo e dalla tradizione pittorica. Poco dopo, il movimento dell’Espressionismo ebbe in Henri Matisse uno dei maggiori interpreti del mondo semplice e spontaneo che circonda l’essere umano, dando vita a opere dove la stilizzazione delle linee guida di questa nuova corrente metteva in luce la narrazione soggettiva delle foglie e dei fiori sempre presenti nel suo quotidiano; così come anche René Magritte nel suo Surrealismo raccontò spesso di alberi e ambientazioni misteriose quasi nascondesse nella natura il senso profondo dei suoi enigmatici interrogativi esistenziali. Nell’attualità è l’imprevedibile ed eccentrico Damien Hirst a riproporre il tema floreale e arboreo in maniera delicata, invadendo la tela con delicate esplosioni di colori che attraggono letteralmente l’osservatore inducendolo a desiderare di tuffarsi dentro quel mondo incantevole. L’artista rumena Anna Oprea, da anni residente in Italia, dopo un lungo periodo in cui si è dedicata alla figurazione entra a sua volta nell’universo magico e poetico della flora, mettendo al centro della sua produzione alberi e fiori che descrive con uno stile molto legato al Secessionismo di Gustav Klimt ma tendente verso l’Astrattismo, come se in qualche modo l’impalpabilità floreale fosse la base immaginativa per un sentire profondo e sensibile in cui viene rivelata l’importanza e la bellezza della natura funzionale a recuperare il contatto con una purezza spesso dimenticata nella razionalità e nell’urgenza del vivere moderno.

cascata di colori
1 Cascata di colori – acrilico e tecnica mista su tela, 50x50cm

La base dei tronchi degli alberi si ispira alla rappresentazione creata da Klimt nel suo celeberrimo albero, tuttavia Anna Oprea la plasma secondo la sua personale tecnica pittorica che sembra camminare su una terra di mezzo tra figurazione tradizionale e astrazione come se entrambe appartenessero alla sua identità espressiva. Una delle caratteristiche più evidenti delle sue opere è il contrasto tra le forme tondeggianti dei fiori e delle chiome degli alberi, e le pennellate regolari e quasi geometriche che contraddistinguono il terreno e a volte i tronchi, come se volesse delineare il confine tra ciò che è solido e da cui tutto prende nutrimento, e ciò che invece è leggero, multicolore e allegro; la terra e il tronco non possono fare a meno della bellezza e della vitalità dei fiori così come questi non riuscirebbero mai a vivere senza il sostegno delle radici, del suolo e di tutto ciò che è necessario a sostenerli.

vibrazioni nella notte
2 Vibrazioni nella notte – acrilico e tecnica mista su tela, 60x60cm

Ed è qui che entra in gioco il Simbolismo nascosto dietro un’immagine spontanea e magica, in quell’essere in fondo un’allegoria della vita umana che Anna Oprea racconta con delicatezza stilistica lasciando emergere con pochi tocchi riflessioni e introspezioni che spesso l’uomo contemporaneo dimentica di compiere; ma soprattutto ciò che viene sollecitato è il bisogno di recuperare il contatto con il mondo naturale, un’esortazione a lasciarsi trasportare da una bellezza poetica e genuina che si nasconde oltre l’asfalto delle città, oltre il pragmatismo della contingenza.

fiori astratti
3 Fiori astratti – acrilico e tecnica mista su tela, 60x80cm

Gli alberi e i fiori protagonisti delle tele di Anna Oprea sono immaginari, appartengono alla dimensione del sogno, di quell’atmosfera onirica dove tutto è possibile e che vibra di incanto, di serenità, di morbidezza accogliente all’interno della quale può essere bello entrare; in alcune opere non si può non notare il riferimento ai meravigliosi alberi di ciliegio tipici del Giappone che nel periodo della fioritura riescono ad avvolgere di affascinante suggestione le strade delle città, infondendo incanto con i loro colori tenui e delicati.

armonia cromatica della natura
4 Armonia cromatica della natura – acrilico e tecnica mista su tela, 60x80cm

Ecco, questa è la medesima sensazione che si prova davanti alle tele di Anna Oprea, quella di trovarsi faccia a faccia con un mondo piacevole, avvolgente, delicato eppure vivace, in grado di stimolare l’esigenza di perdersi dentro al profumo, al leggero movimento dei fiori e alla sofficità, quasi come se ci si trovasse in un universo incantato dove l’uomo può essere solo osservatore o fruitore di una bellezza naturale che non ha nulla dell’inseguimento spasmodico alla perfezione artefatta della contemporaneità dove tutto può essere corretto, manipolato e modificato fino a dare un risultato quasi completamente diverso dal soggetto originale. Nella natura tutto è sincero, puro, immediato, tanto quanto lo sono le sensazioni che emergono osservandola, e l’armonia estetica non è più qualcosa che va ricercato bensì è già presente ed è un invito all’essere umano a mostrare spontaneamente il proprio sé, quello più puro che può generare vera bellezza perché è all’interno che essa risiede.

corrente di colore
5 Corrente di colore – acrilico e tecnica mista su tela, 30x50cm

La tela Corrente di colore è perfettamente aderente a questo concetto, forse l’opera più astrattista di questa nuova serie pittorica di Anna Oprea, perché ciò che viene messo in evidenza è l’energia del colore, quel flusso costante di gioia generato dalla cromaticità in grado di cambiare il punto di vista e l’atteggiamento nei confronti della vita; l’artista sembra sussurrare che è solo permettendo alle emozioni positive di emergere che è possibile scrivere una nuova pagina, diversa e più piena poiché in grado di cogliere il bello intorno a sé.

fioritura eterea
6 Fioritura eterea – acrilico e tecnica mista su tela, 70x70cm

In Fioritura eterea emerge invece l’alternanza visiva tra forme differenti, così come tra approcci stilistici diversificati in quanto laddove il terreno è strutturato e rappresentato con spatolate regolari e geometriche che sembrano evidenziare la stratificazione di cui si ha bisogno per poi crescere ed elevarsi verso l’alto, d’altro canto il tronco presenta uno stile realista, quasi a suggerire che in fondo anche ciò che appartiene al passato va mantenuto per costituire la struttura di ciò che si è nel presente; e infine l’impalpabilità della forma tondeggiante della chioma e soprattutto la tenue cromaticità si legano all’entusiasmo e alla bellezza dell’esistenza e vanno a coinvolgere le corde interiori dell’osservatore.

sentiero di primavera
7 Sentiero di primavera – acrilico e tecnica mista su tela, 60x80cm

Sentiero di primavera invece appare più stilizzato, la geometricità della spatola sale verso i tronchi i quali, in questo caso, sembrano emergere da un suolo pervaso dalla medesima delicatezza dei fiori sui rami, andando a generare un’atmosfera da cui emerge la lirica, la melodia perfetta di un luogo incantato dove si vorrebbe perdersi, o rifugiarsi. Le tonalità pastello declinate sui colori dell’anima come il violetto e il rosa, amplificano la sensazione di serenità che esce dalla tela. Anna Oprea ha al suo attivo la partecipazione a molte mostre, sia collettive che personali nel suo paese, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica. Dopo il suo trasferimento in Italia inizia a frequentare artisti romani, espone in diverse collettive in gallerie e partecipa da diversi anni al Roma Art Festival.

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All the lyricism of nature in Anna Oprea’s canvases halfway between figuration and abstraction

The ability to observe and reproduce everything that belongs to life and that surrounds the human being leads artists to manifest on canvas that subtle and inexplicable feeling that cannot reach rationality, remaining suspended in the sphere of the indefinable which often cannot be given an aspect that is completely in line with reality, because its deepest essence remains in the sphere of those sensations that are impossible to explain except through an indefiniteness that resembles a memory, an interregnum between what is and what the soul grasps. The artist I am going to tell you about today leads the observer into an enchanted world where the tree canopies are clothed in the full range of colours that her inner self needs to free istelf and tell of the wonderful emotions that envelop it when she thinks about, or comes into contact with, nature.

Around the end of the 19th century developed in Europe a movement where the floral theme predominated, becoming the symbol of a way of life, of an elegant and refined lifestyle of which art had to be the full expression; drawing on the interest in the landscape and its natural beauty generated by the artists who adhered to Impressionism and especially its greatest exponent Claude Monet, Art Nouveau developed the theories of the English Arts and Crafts while modifying their appearance and also their scope, but what remained a common guideline was the introduction of natural elements such as leaves, branches and flowers, in canvases or but also in many other decorative materials such as architectural elements, glass, railings, jewellery and crystals, underlining the love of beauty that was spreading through society.

The current took on a different name depending on the country the artists adhered to, even changing its interpretation, and so the Italian Stile Liberty remained more faithful to the French one, Spanish Modernism developed mainly in the imaginative and bizarre architecture of which there are still signs, especially in Barcelona with the work of Antoni Gaudí, and Austrian Secessionism turned its attention to opulence and the harmonious balance between nature and human beings, as can be seen in the paintings of Gustav Klimt. It was Klimt who produced a famous work in which one of the most representative elements of flora became a universal symbol of an innovative style, completely detached from all previous representations; I speak, of course, of The Tree of Life, which was the first to mark the boundary between reproduction and imagination, between the desire to narrate something similar to what the eye could grasp and the need to give it a different guise, more akin to that Secessionism that in fact marked the break from classicism and pictorial tradition.

Shortly afterwards, the Expressionism movement had in Henri Matisse one of the greatest interpreters of the simple and spontaneous world that surrounds the human being, giving life to works where the stylisation of the guidelines of this new current highlighted the subjective narrative of the leaves and flowers that are always present in his daily life; just as René Magritte in his Surrealism often told of trees and mysterious settings almost as if he were hiding the profound meaning of his enigmatic existential questions in nature. In the present day, it is the unpredictable and eccentric Damien Hirst who re-proposes the floral and arboreal theme in a delicate manner, invading the canvas with delicate explosions of colour that literally attract the observer, inducing him to want to dive into that enchanting world.

The Romanian artist Anna Oprea, who has lived in Italy for many years, after a long period in which she dedicated herself to figuration, enters the magical and poetic universe of flora, placing trees and flowers at the centre of her production, which she describes with a style that is very much linked to Gustav Klimt‘s Secessionism but tending towards Abstractionism, as if in some way the floral impalpability were the imaginative basis for a profound and sensitive feeling in which is revealed the importance and beauty of nature, functional to recovering contact with a purity often forgotten in the rationality and urgency of modern living.

The base of the tree trunks is inspired by the representation created by Klimt in his very famous tree, yet Anna Oprea moulds it according to her personal painting technique that seems to tread a middle ground between traditional figuration and abstraction as if both belonged to her expressive identity. One of the most striking features of her artworks is the contrast between the rounded shapes of the flowers and tree crowns, and the regular, almost geometric brushstrokes that mark the ground and sometimes the trunks, as if she wanted to delineate the boundary between what is solid and from which everything takes nourishment, and what is instead light, multicoloured and cheerful; the earth and the trunk cannot do without the beauty and vitality of flowers, just as flowers could never live without the support of roots, soil and all that is necessary to sustain them.

And it is here that Symbolism comes into play, hidden behind a spontaneous and magical image, in that being at bottom an allegory of human life that Anna Oprea recounts with stylistic delicacy, letting emerge reflections and introspections with just a few touches that contemporary man often forgets to make; but above all, what is urged is the need to recover contact with the natural world, an exhortation to let oneself be transported by a poetic and genuine beauty that hides beyond the asphalt of cities, beyond the pragmatism of contingency. The trees and flowers protagonists of Anna Oprea‘s paintings are imaginary, they belong to the dream dimension, to that oneiric atmosphere where everything is possible and that vibrates with enchantment, serenity, welcoming softness inside which it can be nice to enter; in some paintings one cannot fail to notice the reference to the marvellous cherry trees typical of Japan that during the blossoming period manage to envelop city streets in fascinating suggestion, infusing enchantment with their soft and delicate colours.

Here, this is the same sensation one feels in front of Anna Oprea‘s canvases, that of coming face to face with a pleasant, enveloping, delicate yet lively world, capable of stimulating the need to lose oneself in the perfume, the slight movement of flowers and the softness, almost as if one found oneself in an enchanted universe where man can only be an observer or a user of a natural beauty that has none of the spasmodic pursuit of contemporary artefactual perfection where everything can be corrected, manipulated and modified to give a result almost completely different from the original subject. In nature, everything is sincere, pure, immediate, as are the sensations that emerge when observing it, and aesthetic harmony is no longer something to be sought after but is already present and is an invitation to the human being to spontaneously show his own self, the purest self that can generate true beauty because it is within that self that it resides.

The canvas Corrente di colore (Colour Current) is perfectly in line with this concept, perhaps the most abstract work in this new series of paintings by Anna Oprea, because what is highlighted is the energy of colour, that constant flow of joy generated by chromaticity capable of changing the point of view and attitude towards life; the artist seems to whisper that it is only by allowing positive emotions to emerge that it is possible to write a new page, one that is different and fuller because it is capable of capturing the beauty around it.

In Fioritura eterea (Ethereal Blossoming), on the other hand, emerges the visual alternation between different forms, as well as between different stylistic approaches in that where the ground is structured and represented with regular and geometric spatula strokes that seem to highlight the stratification needed to then grow and rise upwards, on the other hand the trunk presents a realist style, almost as if to suggest that after all, even what belongs to the past must be maintained to constitute the structure of what one is in the present; and finally, the impalpability of the rounded form of the foliage and, above all, the subdued chromaticity bind themselves to the enthusiasm and beauty of existence and engage the observer’s inner chords.

Sentiero di primavera (Spring path), on the other hand, appears more stylised, the geometry of the spatula ascending towards the trunks which, in this case, seem to emerge from a ground pervaded by the same delicacy as the flowers on the branches, going on to generate an atmosphere from which emerges the lyricism, the perfect melody of an enchanted place where one would like to lose oneself, or take refuge. The pastel tones in the colours of the soul, such as violet and pink, amplify the feeling of serenity that emanates from the canvas. Anna Oprea has participated in many exhibitions, both collective and personal, in her country, gaining great success with the public and critics. After moving to Italy, she began to frequent Roman artists, exhibited in several group exhibitions in galleries and has participated in the Roma Art Festival for several years.