GENOVA – “Ho pregato e prego per le vittime, per i loro familiari, per i feriti, per gli sfollati, per voi tutti, per Genova […] è comprensibile il sentimento di non rassegnazione di fronte a un disastro che poteva essere evitato”. È un passaggio della lettera che Papa Francesco ha scritto ai genovesi a un anno dal crollo del Ponte Morandi. La missiva è stata pubblicata su due quotidiani: La Stampa e il Secolo XIX.
Ora, per il pontefice, “c’è da piangere, rimanere in silenzio, interrogarci sulla ragione della fragilità di ciò che costruiamo, e c’è soprattutto da pregare”. E ancora: “Non lasciate che le vicende della vita spezzino i legami che tessono la vostra comunità, cancellino la memoria di ciò che ha reso così importante e significativa la sua storia […] Io sempre quando penso a Genova penso al porto. Penso al luogo da dove partì mio padre. Penso alla quotidiana fatica, alla caparbia volontà e alle speranze dei genovesi […] Oggi voglio dirvi una cosa innanzitutto: sappiate che non siete soli”.
Poi il Papa (che, come ci ricordano queste foto, visitò Genova nel maggio 2017) aggiunge: “Vorrei dirvi anche che non siete soli perché la comunità cristiana, la Chiesa di Genova, è con voi e condivide le vostre sofferenze e le vostre difficoltà. Quanto più siamo coscienti della nostra debolezza, della precarietà della nostra condizione umana, tanto più riscopriamo la bellezza delle relazioni umane, dei legami che ci uniscono, come famiglie, comunità, società civile”.
E infine Francesco conclude: “Dopo una grande tragedia che ha ferito le vostre famiglie e la vostra città, avete saputo reagire, rialzarvi, guardare avanti. Non perdete la speranza, non lasciatevela rubare. Continuate a stare al fianco di coloro che sono stati più colpiti”.