Lorenzo Semprini ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Una notte così” è il tuo nuovo singolo, di che cosa si tratta?
E’ il sesto singolo tratto dal mio album “44”. “Una notte così” è una ballata che ti fa chiudere gli occhi e viaggiare. In quale direzione? Verso il ricordo? Il rammarico? Il rimpianto? O il semplice sguardo sui propri passi, quelli giusti e quelli sbagliati. Il protagonista sa che non ne può uscire indenne questa volta. Una fotografia può essere qualcosa che riapre uno squarcio oppure un rifugio sicuro. In una notte così possono succedere tante cose ed il finale rimanere aperto.
Cosa vuoi trasmettere con questo brano?
Semplicemente racconto una storia come di solito faccio con le mie canzoni. Può essere la mia storia, la tua storia, non importa, c’è un filo conduttore in questa canzone ed il video è piuttosto esplicito nello svelare il mood della canzone.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Sinceramente non mi aspetto nulla. Viviamo in un tempo davvero perverso, dove una canzone si misura colpi di click, di playlist, di like, ecc Per me è la direzione sbagliata. Io preferisco prendere le mie canzoni e suonarle dal vivo, mi sono fatto un culo così negli anni, suonando ovunque mi era permesso e mi sono costruito una base di appassionati, amici, fans, chiamiamoli come vogliamo (ma non followers), che mi sostengono nei miei progetti e nei miei concerti. A me la logica dell’ “usa e getta” nella musica non mi piace. Non mi piacciono le logiche dei talent, le logiche del “tutto subito, poi vedremo”, una credibilità te la costruisci giorno dopo giorno, passo dopo passo, canzone dopo canzone, esprimendoti a modo tuo, per quello che sei o non per quello che ti chiedono di essere.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Da fan, da ascoltatore, cosa che sono ancora adesso. Amo andare ai concerti degli altri, ascoltare album, farmi sorprendere ed imparare da tutto questo. C’è un mondo là fuori a portata di mano, basta andarlo a scoprire, anche se l’ambiente che abbiamo attorno fa di tutto per sopire la nostra curiosità e la nostra esigenza di venire stupiti. Probabilmente le cose che funzionano adesso sono anche quelle più rassicuranti per il pubblico. Io spero che presto si torni ad una attitudine diversa, o perlomeno, che una parte di pubblico sempre più consistente abbia voglia di mettersi in gioco e rischiare un po’ di più.
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