Musica

“Un’estate bellissima”, il nuovo singolo di Francesco Tricarico

foto di Checco Tonti

MILANO – Disponibile su tutte le piattaforme digitali “Un’estate bellissima”, nuovo singolo di Francesco Tricarico, un nuovo capitolo lucido e spiazzante della sua poetica sonora, una canzone che tratta con ironia e sarcasmo la contingenza complessa e difficile che stiamo sperimentando in ogni ambito del nostro vivere sociale.

La canzone e’ uscita accompagnata da un video – ideato da Andrea Mariotti – che addirittura ne esaspera il significato sarcastico in chiave paradossale, illustrando il testo per contrasto, attraverso immagini di guerra, violenza e sopraffazione che sono citazioni tratte da film di Stanley Kubrik come Full Metal Jacket, 2001 Odissea nello spazio e Dottor Stranamore quello che “aveva imparato a non preoccuparsi e amare la bomba” o da American History X, denuncia del suprematismo bianco nella provincia americana di mezzo secolo fa, da La Passione di Cristo e da altri film che dopo tanti anni rappresentano la nostra contemporaneità con scene di un realismo chirurgico. Così il “prato pieno di fiori” diventa quello di un cimitero disseminato di croci e l’estate bellissima è quella dell’esplosione atomica.

A proposito di “Un’estate bellissima”, dice Tricarico: “In questo momento la musica è così lontana dalla realtà da ricordare l’orchestrina del Titanic che continuava a suonare mentre la nave andava a picco. Mai come oggi il pop è stato così lontano dal sentire comune e dai problemi e sentimenti delle persone, se non – FORSE – degli adolescenti. Un’estate bellissima parla di un uomo, delle sue preoccupazioni, della sua solitudine e dei suoi problemi, che con amara ironia e sarcasmo sbeffeggia la visione da cliché delle canzoni estive”.

Il riscatto – e la caduta del velo ironico – è nel ritornello, quel “trallallà” che rimanda a quello de La bella Gigogin, un antico canto popolare di metà ‘800 cantato a Milano come invito a Vittorio Emanuele II a entrare in guerra contro gli invasori austriaci, la forza di una semplice canzone come simbolo di rivalsa per un intero popolo oppresso.

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Redazione L'Opinionista

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