“Varenne”, il nuovo brano di McKenzie estratto dall’album “Zooloft”

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“Ogni brano di questo disco è per noi un singolo perché racconta una storia diversa e quindi singolare nella sua specificità”

Dal 10 settembre è disponibile in rotazione radiofonica “Varenne”, brano estratto da “Zooloft” (Blackcandy Produzioni/Believe), nuovo album dei McKenzie già presente su tutte le piattaforme di streaming.

Un battito di mani per simboleggiare il trotto, una batteria percussiva per ricordare il galoppo e i violini di Nicola Manzan per simboleggiare la tensione di una vita travagliata com’è stata quella del campione Varenne – a cui deve il titolo questa canzone dei McKenzie -, com’è quella di tanti uomini e tante donne considerati già dei perdenti dalla nostra società occidentale. Persone, individui, esseri umani che vagano da un “padrone” a un altro nella speranza di trovare l’occasione giusta, il riscatto da una vita dal sapore amaro che non hanno scelto. “Varenne” fa parte di “Zooloft”, album di otto tracce pubblicato dai McKenzie ad agosto.

La band ci ha gentilmente concesso un’intervista.

“Varenne” è brano estratto dal vostro nuovo album “Zooloft”, di che cosa si tratta?

Varenne è il campione che tutti conosciamo, o quantomeno sappiamo chi sia e cosa abbia fatto per essere così famoso nel mondo. Prima, però, di diventare quel Varenne ha passato una vita complicata, attraverso diverse mani prima di trovare la persona che credesse in lui e tirasse fuori il suo talento. Ogni persona che attraversa le terre, i mari, gli oceani per cercare fortuna altrove potrebbe essere Varenne ma potrebbe anche passare un’intera vita senza trovare qualcuno che riesca a vedere oltre quella coltre di pregiudizi. Non è “ogni persona può diventare un campione” ma ogni persona può avere la possibilità di incontrare chi sappia riconoscerne le qualità, piccole o grandi che siano.

Cosa volete trasmettere con questo brano?

Zooloft è il nostro disco politico, è il racconto della vita pubblica, dell’incapacità umana di gestirsi creando storture e fratture. Descriviamo alcuni aspetti della vita umana e raccontiamo storie di donne e di uomini utilizzando gli animali come alter ego (o avatar come si usa dire, oggi) per sottolineare quanto spesso ci sia la presunzione di essere migliori di loro semplicemente perché dotati di razionalità. Varenne è l’angoscia e la forza di voler migliorare se stessi, la corsa continua per raggiungere i propri obbiettivi nell’intento di diventare persone migliori ma consapevoli di aver bisogno sempre dell’altro, perché l’uomo è da sempre un animale sociale anche se negli ultimi anni stanno cercando di convincerci del contrario. È un battito di mani per simboleggiare il trotto, una batteria percussiva per ricordare il galoppo e i violini di Nicola Manzan per simboleggiare la tensione di una vita travagliata com’è stata quella del campione Varenne, com’è quella di tanti uomini e tante donne considerati già dei perdenti dalla nostra società occidentale. Persone, individui, esseri umani che vagano da un “padrone” a un altro nella speranza di trovare l’occasione giusta, il riscatto da una vita dal sapore amaro che non hanno scelto.

Come si struttura l’album?

Sono otto brani registrati in presa diretta al GRS di Firenze, perché siamo una band da live e questo impatto volevamo mantenerlo il più possibile sul disco, anche se inevitabilmente rimani sempre un po’ “compresso” – ed è anche per questo che i concerti hanno la loro importanza e fascino. Poi abbiamo registrato le voci da Dissonanze Studios e il mix è stato fatto insieme a Carlo Scali con la supervisione di Lorenzo Buzzigoli. Ci sono andamenti diversi, ci sono diversi inserti elettronici, ed è la prima novità per noi, ma tutto il disco è un discorso unico, partendo dal primo brano “Zooloft” che è il nostro manifesto, la nostra posizione rispetto a certi schemi nel mondo discografico – e anche per quello porta il nome del disco, il nostro “attico animale” è prima di tutto abitato da tutte le personalità e maestranze dell’ambiente musicale. Lo abbiamo scritto in tre mesi con una visione ben precisa di tutto il concept, anche a livello grafico e visivo, e per questo dobbiamo ringraziare ancora una volta Pasquale De Sensi per il meraviglioso artwork. È un racconto che ha un inizio ed una fine, ben rilegato e curato in ogni dettaglio ma potrebbe esserci un appendice, perché in realtà i brani registrati sono nove e di uno degli otto del disco esiste una versione alternativa.

Come nasce il vostro progetto musicale?

Nella maniera più semplice possibile: riconoscendosi in mezzo a 7 miliardi di persone.