Le parole di Vasco Rossi nel corso di un incontro organizzato da ViviMilano in sala Buzzati, al Corriere della Sera.
MILANO – Domani sera Vasco Rossi “scenderà in campo” a San Siro per la penultima data milanese delle sei previste (l’ultima il 13 giugno). Ennesimo record per il rocker di Zocca che ha fatto registrare sei sold-out in quel di Milano, il suo giardino di casa viste le 29 esibizioni a partire da 1990. Ieri pomeriggio il Komandante ha regalato ai fan un’ora abbondante di racconti nell’incontro organizzato dal Corriere della Sera. Queste le parole di Vasco a cominciare dalle “sei giornate di Milano”: “Il sindaco è venuto, pensavo mi portasse le chiavi… si vede che ancora non si fidano. Fanno bene. “Le sfide mi piacciono. San Siro poi è una favola. Spero che lo teniate così come è. Peccato per questo comitato anti rumore… che poi, non è che facciamo rumore, ma musica”.
Quando si parla di record non si può non ricordare Modena Park: “Un evento irripetibile, infatti non cercherò più di ripeterlo. C’erano tensioni riguardo la sicurezza, ma il mio popolo ha dimostrato una maturità incredibile e l’amore ha vinto sulla paura. Mentre sorvolavo l’area del concerto in elicottero, poche ore prima, mi mancava il fiato per tutta quella gente”. Nel Vascononstoplive 2019 il tema centrale è la disperazione come afferma lo stesso Vasco: “La disperazione la sento proprio nell’aria, viviamo in un periodo teso in cui le paure sono risvegliate da politici senza scrupoli. Non sopporto questa strumentalizzazione, con gli anni sempre meno. Chi mi fa più schifo è chi specula su questo per fare degli affari politici. Stanno creando una guerra tra poveri, ma non si può pensare che se noi siamo nati in paradiso e loro sono nati all’inferno la cosa non ci riguarda. Oltre al fatto che vengono dette cose non vere, siamo influenzati dai mezzi di comunicazione di massa che fanno una lettura non reale della situazione”.
Poi, uno sguardo al passato e a quell’angusta etichetta di sballato: “Mi dicevano che ero un drogato. Non lo sono mai stato. Mi definisco un tossico indipendente. Le sostanze le ho provate tutte, perché volevo farlo. Tranne l’eroina. E chi dice che sono tutte uguali è un criminale. La marijuana ha anche effetti terapeutici… infatti ne faccio un uso medico. Mi toccherà chiedere asilo politico in California, dove è legale, come in tutti i Paesi civili”. Infine, un’anticipazione sulla nuova canzone che uscirà in autunno: “La prossima canzone che uscirà sarà la mia ultima confessione. Se mi assolvo? Non so. Se esistesse la pillola contro i sensi di colpa la prenderei subito, ma alla fine rifarei tutto: stessi errori, stesse passioni, stesse delusioni”. Sarà la famosa “Se ti potessi dire”?
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