Chi l’avrebbe mai detto che il cinema tedesco fosse in grado di realizzare una commedia delicata e divertente come Vi Presento Toni Erdmann, nelle sale italiane dal 2 Marzo 2017? Dopo aver vinto due Orsi d’argento alla Berlinale 2009 con Alle Anderen, la giovane regista Maren Ade è riuscita a raccontare il rapporto padre-figlia in un modo diverso dal solito, allontanandosi dal classico dramma esistenziale con cui i francesi o gli italiani hanno affrontato spesso lo stesso argomento (per es. Padri e Figlie di Gabriele Muccino o Paradiso Amaro di Alexander Payne).
Winfried, separato dalla moglie, vive da solo con il suo cane e ha una personalità imprevedibile e un po’ folle. Indossa spesso dei denti finti, gira per la città truccato da zombie, e adora fare scherzi alle persone che fanno parte della sua quotidianità, dal postino alla madre anziana. Sua figlia Ines è una donna affermata che lavora come esperta di strategie aziendali a Bucarest, e lui non riesce ad avere un bel rapporto con lei, visti i suoi impegni e il suo tempo limitato per la famiglia. Si vedono troppo poco e così, quando Winfried perde il suo fedele amico a quattro zampe, decide di andare a trovare Ines. La sua scelta non si rivela un successo e, quando la figlia gli intima di tornare in Germania, Winfried decide di restare ma come Toni Erdmann, il suo alter ego eccentrico e sopra le righe.
Sandra Huller e Peter Simonischek sono perfetti sulla scena, come protagonisti di una storia tenera e a tratti surreale che conferma l’esistenza dell’umorismo tedesco, spesso sottovalutato. Vi Presento Toni Erdmann sorprende, poichè non ci si aspetta una commedia intelligente con una sceneggiatura curata nel dettaglio che dona al film un ritmo dinamico, nonostante le oltre due ore di durata. I dialoghi sono frizzanti e pungenti, e non si può fare a meno di sorridere spesso per alcune situazioni e scambi di battute esilaranti. Tuttavia Vi Presento Toni Erdmann è anche commovente e aiuta a riflettere sul senso di estraneità che pervade il mondo di oggi.
Siamo tutti presi dal lavoro e dalla corsa delle responsabilità quotidiane come Ines, che non si accorge di stare perdendo l’amore per se stessa e per gli altri, in nome di una realizzazione professionale che, da sola, non può renderla felice. L’idea di dare vita a Toni Erdmann è un vero e proprio atto di amore da parte di Winfried per la figlia, poichè nei panni di una figura libera e in un certo senso astratta, egli può mostrare ad Ines la vita da un altro punto di vista. Il film di Maren Ade celebra la libertà, l’amore della famiglia, e l’umano.
L’umanità è al centro con tutte le sue contraddizioni, gioie e dolori, regalando al pubblico un piccolo gioiello tedesco incluso nella rosa delle nomination come Miglior Film Straniero degli Oscar 2017.
Letizia Rogolino – Fonte News Cinema
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