ROMA – Si è svolta ieri sera in Mondovisione al Colosseo la Via Crucis presieduta da Papa Francesco che è alla sua settima Via Crucis. Il Rito della Via del Dolore che si ripete ogni anno dal 1965 in questo scenario di fervida bellezza, ha visto migliaia di fedeli venuti da tutte le parti del mondo, superare minuziosi controlli e affollare le strade limitrofe di Roma con fiaccole e sguardi evocativi di tanto raccoglimento e devozione per la Passione e la Morte di Gesù Risorto.
Papa Francesco si è posizionato subito dopo l’arrivo sul Colle del Palatino da cui ha seguito le quattordici stazioni le cui meditazioni quest’anno per sua volontà, sono state affidate ad una donna missionaria, Suor Eugenia Bonetti che è stata per tanti anni in Kenya e da circa venticinque anni opera invece in prima linea per sconfiggere ogni forma di schiavitù, in particolare per salvare le donne vittima della tratta e della schiavitù sessuale.
Suor Eugenia Bonetti, ottantenne e impegnata ancora sulle strade per strappare le donne, ha scritto dunque i testi di questa Via Crucis 2019: “Cristo muore ancora una volta sulle strade del mondo” ed ha affermato ai microfoni Rai come in questo tempo presente di vita, i calvari possano essere i mari, le strade e soprattutto l’indifferenza di tante persone che non si danno da fare per liberare queste persone, le trattano come scarti, le crocifiggono e le violentano di nuovo con la non curanza le loro speranze di un futuro migliore.
Tutti siamo responsabili, dice, di queste realtà cullandoci nella nostra apatia e lasciando che le donne restino nelle strade senza far nulla per aiutarle ad uscire dal loro incubo.
“Tutti siamo responsabili con la nostra indifferenza”.
La croce è stata poi portata da alcune suore che lavorano con Suor Eugenia Bonetti, alcune donne salvate dalla strada, un gruppo dell’Unitalsi con un disabile e la sua famiglia, altre famiglie, un sacerdote della Siria, uno della Terra Santa al fine di ricordare le tante realtà della Chiesa che riflette nelle quattordici stazioni e guarda oltre il Golgota alla Resurrezione di Gesù. Le quattordici stazioni legate al francescanesimo, a San Bonaventura, alla Terra Santa e al Medioriente si sono perpetuate in un clima di grande meditazione per di più in questo momento in cui il Papa si è detto vicino ai cittadini parigini per le fiamme imperanti su Notre Dame che hanno lasciato segno però di una Croce che luminosa spicca e non brucia pur nell’Infermo indomabile.
Le meditazioni sono state lette da Francesca Fialdini, Orazio Compite e Simona De Santis.
Al termine delle quattordici stazioni e delle forti ed incalzanti meditazioni che hanno richiamato ad abbandonare l’indifferenza, a sentirci tutti figli, madri e parenti delle vittime delle schiavitù e prigionie, il Papa ha dedicato una preghiera intrisa di volontà di cambiare il nostro tempo e i nostri cuori volgendo lo sguardo attento ai mali che oggi attaccano la nostra società impedendo che si compia la volontà di Dio.
“Signore Gesù aiutaci a vedere nella tua Croce tutte le Croci di questo mondo, le croci delle persone affamate, abbandonate persino dai figli e parenti, delle persone assetate di giustizia, delle persone che non hanno conforto della fede, degli anziani, dei migranti che trovano le porte chiuse a seguito dei cuori chiusi , dei piccoli, dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e del momentaneo, delle famiglie spezzate dal tradimento, dall’egoismo, dei consacrati che cercano la tua Luce nel mondo e si sentono derisi e umiliati, dei consacrati che strada facendo hanno dimenticato il primo amore, dei figli fedeli che si trovano scartati persino dai famigliari e coetanei, delle nostre debolezze, ipocrisie, tradimenti, peccati e delle nostre numerose promesse infrante, della Chiesa che si sente continuamente assalita dall’interno e dall’esterno.
Signore Gesù ravviva in noi la speranza della Resurrezione e della tua definitiva vittoria contro ogni male o ogni morte. Amen”
Tante croci e la definitiva vittoria enunciata da Papa Francesco che è la Verità su cui si fonda la fede cristiana, la speranza della Pasqua e la liberazione dal male con l’accoglimento della Pace e dell’Amore.
Un momento di veglia e preghiera, di riflessione e speranza quello che ci permette la Via Crucis, la via dolorosa che il Signore Gesù ha dedicato ad ogni suo figlio per la redenzione dal peccato. Credere che Gesù sia morto per noi e sia risorto per noi ci riempie della sua Luce e consente a Lui di operare in noi per cambiare la nostra vita e volgerla secondo la Sua volontà. Solo così, con Amore nel cuore, potremo liberarci dalle croci e dai mali e mutare questo nostro tempo e spazio di vita ed anche l’umanità partendo da noi stessi e dalla nostra quotidianità di relazione.
Buona Pasqua!
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