Viaggio introspettivo di Joe Bastianich in Perù a “Le Iene”

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belen teo

Nella puntata in onda il 20 aprile su Italia 1 si parla anche del politically correct e cancel culture con diversi personaggi noti

Mercoledì 20 aprile, in prima serata su Italia 1, nuovo appuntamento con “Le Iene”, lo show condotto da Belén Rodriguez e Teo Mammucari. Con loro sul palco anche i due comici Max Angioni ed Eleazaro Rossi. Nella puntata: ospiti in studio, numerosi servizi dedicati alla stretta attualità, scherzi e interviste, realizzati, come sempre, dagli inviati del programma. In particolare, si entrerà nel vivo del viaggio introspettivo di Joe Bastianich in Perù, con la seconda e ultima parte del reportage in cui l’inviato sperimenterà l’Ayahuasca. Nelle immagini in onda domani la preparazione del decotto a base di piante amazzoniche in grado di indurre un effetto visionario e il rituale locale guidato da uno sciamano del posto.

Michele Cordaro affronta il tema del politicamente corretto. Nato dal principio di difesa delle minoranze, è oggi oggetto di una “battaglia” culturale e politica, in cui ci si divide tra favorevoli e contrari. Ci si chiede spesso, ad esempio, se la comicità debba avere limiti o se si possa “passare sopra” alcuni modi di dire, senza sentirsi insultati. L’inviato incontra diversi personaggi noti che si sono sentiti attaccati da alcuni termini rivolti loro. Le domande poste da Cordaro, per capire che posizione abbiano questi volti sull’argomento, vanno dalla Cancel culture ai limiti del linguaggio, passando anche per le ultime dichiarazioni rilasciate da Donatella Rettore, oggetto, nei giorni scorsi, di contestazione sul web.

Questi alcuni stralci delle interviste:

Cris Brave, rapper: “Bisogna sempre valutare la sensibilità dell’interlocutore, la confidenza che si ha con una persona e soprattutto il contesto in cui si dicono le cose, in quello privato si può anche fare. È più l’uso delle parole a essere politicamente scorretto. […] È come il fuoco: può essere usato sia per scaldare che per bruciare, sta a noi scegliere che uso farne”.

Imma Battaglia, attivista e politica: “Il politicamente corretto è assolutamente scorretto quando impedisce di esprimersi liberamente. La politica vera è fatta con lealtà, quindi io devo poterti dire quello che penso, anche se scorretto, senza essere aggredita, anzi, ascoltata, per aprire un dibattito. […] Trovo abbastanza ridicolo che da quando noi omosessuali abbiamo utilizzato quei termini che ci offendevano per abbattere completamente anche una paura interiore, si faccia il politically correct. […] Non mi piace quando percorsi politici, culturali, di libertà diventano estremizzazioni”.

Lorena Cesarini, attrice: “Semplicemente bisogna parlare rispettando gli altri, avendo la sensibilità di capire che alcune cose possono offendere. […] Ho visto l’intervista della Rettore…Non è che una cosa detta in maniera carina è meno offensiva, le parole hanno un peso, se usi proprio quelle vuoi proprio offendermi”.

Vladimir Luxuria, ex politica e personaggio tv: “Oggi i comici possono far ridere senza deridere, se una battuta fa soffrire al posto di far sorridere che comicità è? […] Mi dispiace per la Rettore, lei non è un’omofoba, anzi, è un’icona ma ha preso una cantonata con questa dichiarazione. Alcune persone sottovalutano il peso di alcune parole, forse perché non l’hanno provate sulla loro pelle”.

Sergio Sylvestre, cantante: “Dovremmo essere anche noi che apparteniamo a determinate comunità a spiegare agli altri cosa si può dire e cosa no”.

Vittorio Sgarbi, critico d’arte, politico e personaggio tv: “Credo che il politicamente corretto sia la morte della vita e della politica. Oggi sono tutti politicamente corretti, sono tutti impauriti…si può essere scorretti solo se si è Sgarbi. Un altro che lo ha fatto è Toscani, ma è stato maltrattato quando ha detto che in Sicilia c’è ancora la mafia. L’ha fatto Battiato…e poi Grillo…”.

Tasnim Alì, influencer: “Le parti razziali devono essere completamente eliminate dai cartoni animati, i bambini le imparano subito”.

Nicole Orlando, atleta paraolimpica: “Rispettare le differenze vuol dire rispettarsi a vicenda”.

Andrea Batilla, designer e giornalista di moda: “Se elimino il problema alla radice non utilizzando parole offensive, al di là delle intenzioni, non avrò modo di ferire nessuno. Non è più semplice?”.