Dal 27 novembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “Vienimi a prendere” (Jadda Music/Believe Distribuzione), il nuovo singolo di Femmina. Il brano racconta di una relazione d’amore caduta nella monotonia e nella noia e del tentativo da parte della donna di provocare reazioni con giochi di seduzione e gelosia. Lei stessa si accorgerà che a nulla servono i giochi, perché a volte basta solo guardarsi per ritrovarsi. L’artista ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Vienimi a prendere” è il tuo nuovo singolo, com’è nato e come nasce?
Nasce dopo una serata no. Ero in un locale di Bologna con degli amici a divertirmi, ma non mi divertivo. Così ho iniziato a sperare che qualcuno venisse a portarmi via da lì e mi risuonava in testa la frase “Vienimi a prendere, vienimi a prendere”. Alla fine non è venuto, ma per fortuna, tornata a casa, è venuta la canzone.
Il brano dimostra che a volte basta solo guardarsi per ritrovarsi. Questo è un po’ il messaggio che vuoi lanciare con questo lavoro?
Si. Nella canzone descrivo una coppia entrata in crisi a causa dell’abitudine e della noia. Spesso, credo questo appartenga molto all’universo femminile, cerchiamo di ottenere delle risposte con strategie che non fanno altro che complicare ulteriormente le cose. Gelosia, provocazioni.. sono fermamente convinta che il dialogo sia il modo meno dannoso per risolvere i problemi e magari ritrovarsi se si è persi.
Il videoclip ufficiale del brano come si caratterizza?
Devo ammettere che avrei tanto voluto girare il video di questa canzone in un posto affollato, un concerto, una discoteca, un pub, ma purtroppo questo dannato virus ci ha costretti a cercare delle alterative. Con Daniele Pignatelli, il regista, abbiamo cercato due location che potessero ispirarci e rappresentare il pre- e post serata di una ragazza, cercando di enfatizzare la sua solitudine. Ho chiesto a Daniele di cercare un tetto per poter riprendere dall’alto le luci del mio meraviglioso paesino, Galatina. Uno scrigno del salento. E poi ho degli amici straordinari che vivono in una casa che è un set pronto e sono stata colpita dagli affreschi meravigliosi, i dettagli, i colori. Il resto lo ha fatto Daniele. Adoro il suo modo di vedere e di vedermi. Ha pazienza per sopportarmi e un modo unico di farmi sentire a mio agio.
Da sempre sei appassionata di musica afroamericana, come mai?
Durante tutta la mia infanzia ho sempre ascoltato tanto cantautorato, ma a 15 anni una mia insegnante di canto mi fece notare che il mio timbro vocale era molto vicino alle sonorità black. Da lì mi sono appassionata al gospel e a tutta la black music. Credo ci sia un legame semplicemente nato dalla natura del mio strumento.