È disponibile in libreria e negli store online “Virità, femminile singolare-plurale” di Giusy Sciacca pubblicato da Edizioni Kalós. Il libro è un percorso di ricerca dalla Sicilia verso l’universalità della storia mediterranea attraverso la narrazione del femminile. Per questo “Virità, femminile singolare-plurale” non è rivolto solo alle donne o solo ai siciliani, ma va oltre i confini regionali. Nei racconti delle protagoniste – da Aretusa, Santa Lucia, Cleopatra di Sicilia, Damarete di Agrigento a Peppa la Cannoniera e a molte altre più e meno note – si leggerà della storia e del patrimonio culturale che appartengono all’Italia intera e oltre.
Giusy Sciacca ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Virità, femminile singolare-plurale” è la tua ultima fatica letteraria, di che cosa si tratta?
“Virità, femminile singolare-plurale” è un lungo viaggio attraverso la storia che parte dalla Sicilia per estendersi all’intera storia mediterranea. E a guidare il lettore saranno venti protagoniste, note e meno note, che hanno vissuto ognuna una pagina di questa storia meravigliosa più che millenaria.
Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?
La presenza, la forza di donne straordinarie che hanno fatto, ognuna a loro modo, la storia. Non solo nomi importanti, ma anche popolane. Dal loro contesto e con i loro mezzi culturali e linguistici, ognuna di loro narrerà in prima persona il proprio vissuto. È così che “Virità” è uno scrigno di confessioni, emozioni e pensieri finora taciuti.
Come nasce l’esigenza di un racconto al femminile?
La tradizione, la critica, le fonti non sono sempre state clementi con noi donne. Basta pensare che nel campo musicale raramente si annoverano nomi femminili prima del Novecento. In altri casi, di alcune poetesse, come Nina Ciciliana, si è addirittura messa in discussione l’esistenza. Ogni racconto è preceduto da uno scenario che accompagna il lettore nel contesto narrato e poi lì, finalmente, la parola solo alle protagoniste. Senza filtri.
Cosa rappresenta per te la scrittura?
La scrittura è terapeutica per se stessi e chiave di lettura per comprendere gli altri e la realtà che ci circonda. È un modo per conoscersi, lo dico da autrice, e nel voler comunicare agli altri il desiderio è quello che qualcun altro in un luogo diverso dal mio possa riconoscersi e far proprie le mie parole.
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