VITERBO – I finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo hanno concluso una articolata operazione, a seguito di attivazione e di successive approfondite indagini di polizia giudiziaria, che ha portato, nel corso dell’intervento, al sequestro e alla distruzione di circa 5000 piante di canapa in coltivazione, dichiaratamente sativa, su di un’area agricola dall’estensione di circa 12000 mq sita nel territorio comunale di Viterbo.
Il risultato è stato ottenuto grazie all’ausilio delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, ai numerosi sopralluoghi ed appostamenti effettuati dai militari della Sezione Operativa Pronto Impiego della Compagnia di Viterbo, ed al continuo monitoraggio finalizzato allo studio della coltivazione. Al termine delle attività, in seguito alla campionatura a norma di legge delle piantine di canapa coltivate, il quantitativo ed il contenuto di tetraidrocannabinolo (THC), principio attivo in base al quale si stabilisce il rispetto della normativa in materia di coltivazione della canapa, è risultato di quasi quattro volte superiore al consentito.
Il riscontro di laboratorio, infatti, ha permesso di rilevare che i livelli di THC risultavano essere notevolmente superiori alla percentuale prevista per le coltivazioni di canapa “legale” e ha fatto chiaramente rientrare le piante tra quelle a THC prevalente, ovverosia considerabili a tutti gli effetti “sostanza stupefacente” che, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato centinaia di migliaia di euro.
La Procura della Repubblica di Viterbo, che in attesa dell‘esito delle analisi chimiche disposte sui campioni delle piante aveva già disposto il sequestro dell’intera area coltivata e delle relative 5000 piante di canapa, all’esito degli esami di laboratorio ha disposto l’estirpazione delle piante e l’immediata distruzione, operata sempre dalle Fiamme Gialle della Tuscia nei giorni scorsi. La piantagione, a fioritura completa, avrebbe prodotto diverse centinaia di chilogrammi di marijuana.
La coltivazione della canapa, da alcuni anni, nel nostro Paese non è di per sé illegale, ma può essere destinata esclusivamente e specifiche finalità (tra le quali ovviamente non è compresa la fabbricazione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio) e, soprattutto, può essere svolta solo attraverso l’impiego di ben determinate sementi, monitorate sin dall’origine, selezionate proprio in quanto incapaci di produrre piantine connotate da un contenuto di principio attivo troppo elevato.
L’abuso scoperto dalle Fiamme Gialle, particolarmente insidioso e socialmente pericoloso, si basa essenzialmente sulla coltivazione di piantagioni di cannabis light, assolutamente legali, all’interno delle quali vengono inserite anche piante di cannabis indica, illegali in quanto contenenti percentuali elevatissime di THC, che sono peraltro difficili da distinguere le une dalle altre ad un esame esclusivamente esteriore.
L’attività di controllo in parola, ricondotta nell’alveo del più ampio monitoraggio del territorio per il contrasto e la repressione degli illeciti in genere operativo anche nell’attuale contesto emergenziale, fa da cornice ad altri interventi effettuati nel settore stupefacenti che nel primo semestre dell’anno hanno permesso di ottenere altri importanti risultati, concretizzatisi nel sequestro di circa mezzo chilogrammo di sostanze stupefacenti, tra Hashish, Marijuana e Cocaina e alla segnalazione alla competente A.G. di sei responsabili.