Il singolo è contraddistinto da un testo che, veicolato da versi estremamente diretti, si eregge a rappresentazione della realtà attuale attraverso l’allegoria del ponte. L’autore rimanda a ciò che l’uomo ha imparato a costruire per superare le distanze: un fiume di cemento che corre sul vuoto collegando due punti altrimenti destinati a restare separati. È una figura carica di significato metaforico che simboleggia la capacità di unire ciò che per natura è diviso.
“Volevo un ponte, ma ho avuto un muro, un fosso, una barriera”, così recita Brusco per sottolineare che a quelle strutture che sostengono la possibilità di incontro tra differenti realtà per accrescere lo scambio di idee, prendono posto forme di separazione, di incomunicabilità, in grado di innalzare intorno a noi pregiudizi che portano la società ad una solitudine malinconica. Però il “coraggio è sempre la risposta” e Brusco pone l’accento su quel filo unico che ci collega, sulle mille storie che sono tutte di un unico pianeta dove “sorge un nuovo sole che colora l’alba, forse mi – ci – regalerà speranza”.
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