Web Summit, Xiaomi assicura: “Rispettiamo i dati personali degli utenti”

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La privacy non viene violata in alcun modo, e l’internet delle cose migliorerà la vita di tutte le persone, “indipendentemente dall’origine geografica, dalla nazionalità, dal genere e persino dalle possibilità economiche”

LISBONA ‒ Il più grande evento tecnologico mondiale, che dal 2016 ha sede a Lisbona ‒ città scelta dopo alcuni anni in cui l’evento si teneva a Dublino ‒ anche quest’anno ha toccato tematiche centrali per i colossi del web, come la concorrenza, ma anche aspetti dell’industria tecnologica che sono fondamentali per la vita di ciascuno di noi, come il tema del diritto alla privacy.

Con numeri di partecipanti altissimi ‒ oltre 140mila iscritti paganti ‒ il Web summit 2020 si è svolto in modalità online dal 2 al 4 dicembre. A causa dell’emergenza covid, la conferenza si è tenuta interamente in virtuale grazie a un innovativo software.

Va precisato che una delle partecipanti più attese, Margrethe Vestager, Commissaria Europea per la concorrenza, ha confessato proprio nel corso dell’evento mondiale del tech, che gli incontri di persona sono decisamente migliori e che “la tecnologia è sorprendente ma ha dei limiti”: spera infatti che i prossimi eventi si possano svolgere in presenza, poiché risulta molto difficile negoziare attraverso le piattaforme: “Vogliamo tornare alla società reale”.

Il confine sottile tra i benefici e gli aspetti critici della tecnologia emerge indirettamente proprio all’interno del Web Summit, e ciò dipende anche dalla forte accelerazione verso il virtuale che stiamo vivendo in questo momento storico. La ‘società dei dati’, che in tempi di covid ha preso sempre più consistenza anche ai fini del miglioramento dei servizi pubblici, fa tornare in primissimo piano il tema della trasparenza nell’uso delle informazioni personali. Ovvero, i milioni di dati che ogni giorno generiamo attraverso le nostre carte di credito, i social network, gli smartphone.

L’evento ha visto tra i suoi protagonisti l’azienda cinese Xiaomi. E la tutela di questo fondamentale diritto individuale, la privacy nell’uso dei dati personali, è uno dei temi su cui si è espresso il nuovo colosso degli smartphone.

Wang Xiang, presidente della società cinese, ha assicurato che i dati personali degli utenti sono protetti e che la loro privacy è rispettata: “Tutti i dati sono conservati al di fuori della Cina, in Europa”, e l’azienda rispetta “tutti i criteri previsti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) in vigore in Europa”.

Il presidente della Xiaomi si è anche espresso sul cosiddetto ‘internet delle cose’: questa possibile evoluzione del mondo di internet, ovvero l’estensione del web agli oggetti fisici, secondo Wang Xiang ha la finalità di “consentire a tutti di godere una vita migliore”, e ciò può avvenire “indipendentemente dall’origine geografica, dalla nazionalità, dal genere e persino dalle possibilità economiche”.