James Vincent McMorrow scrive il tipo di canzoni che fanno venire voglia di staccare la spina dalla frenesia quotidiana per prendere parte alla vita, come se irradiasse energia direttamente dal cuore. Il registro acuto e morbido del cantante, polistrumentista e produttore irlandese risuona, mentre l’emozione si riversa su paesaggi sonori accentuati da elementi folk, indie e rock. Le sue dita pizzicano le corde della chitarra con intenzione, mentre la sua voce fa emergere in superficie anche le emozioni più intime.
Questo spirito emerge in ‘Wide Open, Horses’, il nuovo album in arrivo il 14 giugno.
“Per me, il disco rappresenta la ricerca di sollievo dal ciclo di pressioni della vita. Non credo alla teoria che la modernità migliori l’esistenza al giorno d’oggi. Più tecnologia abbiamo e più sembriamo infelici. Non voglio tornare indietro, ma ho sentito la necessità di parlare nei miei brani dell’urgenza di staccare la spina e, dove possibile, offrire una tregua” afferma James Vincent.
L’artista ha invitato gli ascoltatori ad aprire le loro menti ed i loro cuori sin dalla sua comparsa sulla scena musicale nel 2010. Lungo il percorso, ha raccolto oltre 1 miliardo di streaming attraverso un vasto catalogo che comprende, tra i brani di spicco, singoli come ‘Higher Love’, disco d’oro nel Regno Unito e di platino in Australia. La sua cover di ‘Wicked Game’ di Chris Isaak ha fatto da colonna sonora al trailer della sesta stagione di Game of Thrones, generando oltre 130 milioni di stream Spotify nella sua versione live registrata al Killkenny Arts Festival. ‘We Move’ del 2016 ha debuttato al #1 nella classifica degli album in Irlanda mentre, nel frattempo, ha fatto il tutto esaurito in tournée mondiali, registrando per ben due volte il sold-out alla prestigiosa Sydney Opera House.
Nel 2023 James Vincent McMorrow ha dato vita a ‘Wide Open, Horses’, sul palco. Ha prenotato due serate alla National Concert Hall di Dublino, registrato una manciata di demo lo-fi che ha provato per una settimana e poi è salito sul palco. I telefoni non erano ammessi, ma James registrò i live per “vedere cosa funzionava e cosa non funzionava”.
“Ho letteralmente eseguito l’album prima che fosse registrato. Il punto era esporre i difetti e mettere in risalto i momenti speciali. E’ stato un esperimento strano, ma ha funzionato alla grande! Ho semplicemente eseguito dal vivo le tracce che avevo scritto. Nessuno conosceva i brani ma il pubblico si è lasciato trasportare. L’assenza dei telefoni ha permesso un’esperienza rincuorante per tutti i soggetti coinvolti” spiega James.
Galvanizzato da questa energia, l’artista è poi andato in studio per assemblare il disco. Il singolo di apertura, ‘Never Gone’, gira attorno ad una chitarra pizzicata con le dita, un morbido tamburello e battiti di mani, mentre ci chiediamo “esistiamo davvero?”. “E’ l’ancora del disco, riassume l’intero album cercando di combattere l’insensatezza. Mi sono pentito di aver perso tanti bei momenti perchè scendendo dal palco mi dicevo: “qual’è la prossima opportunità?”. ‘Never Gone’ significa semplicemente apprezzare ciò che si ha in questo momento”.
La traccia ‘Stay Cool’ è stata registrata in una sola ripresa (la prima volta per James) ed evoca l’urgenza del momento. “E’ l’idea di esplorare nuove realtà per me stesso. L’incertezza si manifesta nel testo, nella canzone parlo a me stesso nell’oscurità”.
‘Give Up’ è un duetto davvero speciale con la figlia Margot, un canto disarmante ed orecchiabile. “Inizialmente è stata mia figlia ad inventare il testo. Stavo suonando la melodia e lei ha iniziato a cantare “everyone, everyone was sad” e così ho costruito la canzone attorno a queste parole” spiega McMorrow.
La voce di James ondeggia attraverso tasti ariosi in ‘Thenever Standard’, tracciando l’arco di un viaggio. “E’ una semplice canzone d’amore. Quando il mondo si è aperto, dopo la pandemia, andavo spesso a Londra da solo. Soggiornavo allo Standard, come d’abitudine, ed andavo in albergo ogni sera dopo lo studio, ordinavo cibo nella mia stanza buia e pensavo alla mia vita. Così ho scritto una canzone a mia moglie, rendendomi conto di quanto mi mancasse la vita dalla quale volevo disperatamente allontanarmi durante il lockdown” osserva.
‘The Things We Tell Ourselves’ funge anche da mantra, spinto da un pattern di batteria ipnotico, mentre ‘Call Me Back’ esamina le minuzie dell’amore su un groove vibrante.
James Vincent McMorrow sembra semplicemente vivo in ‘Wide Open, Horses’. “Sono grato di essere qui. L’intero processo di creazione del disco mi ha aiutato a ricostruire il mio legame con la musica, chi sono e cosa volevo essere quando avevo iniziato a 20 anni. Faccio fatica come fanno tutti gli altri, ma apprezzerò sempre di più ogni momento. Attraversando le difficoltà, sono tornato al punto in cui posso vedermi molto chiaramente e so cosa posso fare” conclude James Vincent.
Never Gone – Look Up! – No One Gets What They Wanted – Stay Cool
Wide Open, Horses – Day All The Lights Went Out – Give Up (extended)
The Standard – Things We Tell Ourselves (extended) – White Out
Darkest Days Of Winter – Call Me Back – Meet Me In The Garden
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