Per Zaia “rischia di non essere il ‘giorno della liberazione’ annunciato da Trump, ma il giorno di un nuovo cigno nero, dopo la pandemia e le guerre in Ucraina e Israele. Sarà un giorno che resterà nella storia economica e geopolitica del mondo. Ho voluto approfondire perciò i rischi che correrebbe l’economia veneta dai dazi americani, e i dati sono impressionanti. L’Italia ha da sempre un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti: per questo bisogna trovare a breve un accordo, in forza del legame esistente e oggi politicamente più forte che mai”.
Per quanto riguarda in particolare il vino, “una bottiglia veneta su 5 vendute all’estero – ricorda Zaia – è acquistata da partner commerciali statunitensi. In un contesto del genere, si comprende facilmente quale effetto disastroso possano avere dei dazi del 20% sul fatturato delle aziende venete e italiane, perché l’export verso gli Usa vale al nostro Paese quasi 65 miliardi”.
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