Zaia: “Gli immigrati non mi chiedono Ius scholae, ma meno lentezze”

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ROMA – “Le do la mia parola d’onore, io sono in mezzo alla gente, non ho mai mai avuto un immigrato che è venuto a chiedermi lo Ius scholae, vengono invece immigrati a dirmi ‘io sono qua da 22 anni, mi sono laureata qui, ho fatto il master, sono una dirigente di multinazionale, vivo in Italia e ancora sto aspettando dopo cinque anni una risposta sulla mia cittadinanza. Dobbiamo far veloce invece. Il vero tema è che quando maturano i requisiti, cioè 18 anni di età e 10 anni di permanenza in Italia, si dia velocemente la cittadinanza. Questa è la vera sfida”.

Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, prima di incontrare a Roma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, sull’autonomia. Quanto alla proposta di ridurre da dieci a cinque gli anni richiesti di permanenza ininterrotta in Italia per chiedere la cittadinanza Zaia si è detto contrario: “No, penso che la legge vada bene com’è”. La cittadinanza, ha osservato, “la devi volere, è qualcosa di veramente importante, forse noi italiani dovremmo decidere che importanza diamo alla nostra cittadinanza. Ci sono Paesi che non accettano, ad esempio, le doppie cittadinanze come la Cina, il Giappone, la Germania, molti paesi del Nord Africa, non è proprio così automatico”.