Lo ha detto Patrick Zaki, l’attivista egiziano, intervistato dagli allievi del master in giornalismo di Bologna per il quotidiano online Incronaca. “Il giornalismo è in grado di cambiare gli eventi del mondo, bisogna essere giusti nel fare questo mestiere”. E al termine dell’intervista Zaki si è seduto proprio sulla panchina dedicata alla libertà di stampa, all’interno del complesso di Santa Cristina che ospita il master, inaugurata nel 2021 anche in suo nome, mentre era in carcere, e nella speranza che ci si potesse accomodare da uomo libero.
Qual è la sua opinione sul racconto della stampa sul conflitto tra Israele e Palestina? “Credo si stiano usando due pesi e due misure nel raccontare questa storia. La stampa ha il potere di cambiare le cose e di accelerare le decisioni politiche. Parliamo di più di quello che sta accadendo sulla striscia, di tutti quei palestinesi che stanno sopravvivendo senza cibo né acqua e senza sapere se i loro cari siano vivi o meno. Magari non si otterrà la pace ma una tregua di qualche giorno per assicurare ai civili almeno i beni di prima necessità. In passato, il giornalismo ha avuto un ruolo fondamentale nel determinare la fine di alcune guerre. Perché non farlo anche ora?”.
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