BOLOGNA – “Cari, sto bene e in buona salute, spero che anche voi siate al sicuro e stiate bene. Famiglia, amici, amici di lavoro e dell’università di Bologna, mi mancate tanto, più di quanto io possa esprimere in poche parole”. È un passaggio di una lettera di Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna in carcere in Egitto da inizio febbraio, recapitata alla sua famiglia.
È stata scritta il 21 giugno. Ne dà notizia sui social la rete di attivisti ‘Patrick Libero’. “Un giorno sarò libero – aggiunge Patrick – e tornerò alla normalità, e ancora meglio di prima”. È la prima volta da inizio marzo che amici e familiari hanno notizie “dirette” del ricercatore di 29 anni.
“Una notizia bella, una lettera molto dolce che ci dà conforto, che ci sprona a impegnarci ancora di più per assecondare il desiderio di Patrick, che poi è un diritto più che desiderio. E cioè quello di tornare in libertà. Bello leggere che Patrick nonostante tutto sia in buone condizioni, di spirito. Continua la campagna per chiedere il suo rilascio, immediato e incondizionato”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, all’Ansa commenta la lettera di Patrick Zaky. La prossima udienza sul rinnovo della detenzione del ricercatore è in programma il 12 luglio.