L’Agenzia delle Entrate, infatti, sulla base delle risorse disponibili, ha fissato al 17,6668% la percentuale di credito di imposta effettivamente fruibile, che riduce drasticamente il beneficio fiscale: in Abruzzo passa dal 15% al 2,65%, in Puglia dal 50% all’8,83%, in Sicilia dal 60% al 10,60%. Valori che non consentono di incentivare investimenti produttivi nelle aree del Mezzogiorno, già penalizzate dall’esclusione degli investimenti di importo inferiore a 200 mila euro, in prevalenza realizzati da micro e piccole imprese.
CNA chiede una maggiore focalizzazione su artigiani e micro e piccole imprese, che costituiscono la quasi totalità del sistema produttivo, specialmente nelle regioni meridionali. Invece, con la fine del credito d’imposta, non esistono più agevolazioni per le imprese di questa area. Potenziare l’economia delle regioni del Mezzogiorno e ridurre il divario tra nord e sud rimangono priorità imprescindibili per accrescere la competitività del Paese e consolidare il ruolo dell’Italia nell’Unione europea.
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